Matteo Salvini, con un post sui suoi canali social, si chiede come possa una figlia difendere un padre accusato di aver pagato un assassino per uccidere la madre. Il riferimento è al delitto di Ilenia Fabbri a Faenza e alle dichiarazioni della figlia che sembrerebbe assecondare la linea difensiva del padre: avrebbe pagato un amico per andare a spaventare la donna, e farla desistere dalle cause in tribunale, e non per ucciderla. Come può?, si chiede Salvini. Tralasciamo i dubbi sul perché un parlamentare si faccia queste domande su un caso di cronaca nera della provincia, e aiutiamolo a darsi una risposta. Dunque, vediamo: forse la figlia può perché ritrovarsi con una madre ammazzata e un padre accusato di quell’omicidio può essere destabilizzante? Ma può anche soprattutto perché non c’è stata ancora nessuna sentenza e fino a prova contraria Nanni è ancora solo un presunto colpevole. Un’ipotesi investigativa suffragata da buoni elementi, non ancora una verità giudiziaria. E dire che Salvini dovrebbe saperlo bene che non sempre le ipotesi giudiziarie convincono tutti, anzi in alcuni casi nemmeno le sentenze definitive: altrimenti non si spiegherebbe come faccia lui a continuare a fare politica anche dopo le sentenze sui famosi 49 milioni di euro.
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