lunedì
15 Settembre 2025
Rubrica L'osservatorio

Breve storia triste del grillino ravennate (aggiornamento)

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Il caso Di Maio, nel senso del ministro grillino della prima ora che lascia il Movimento 5 Stelle, ci costringe ad aggiornare la vita davvero triste a cui è stato costretto (si fa per dire) il grillino ravennate.

Ricapitolando:

– Nel 2011 si presenta con grande entusiasmo in piazza del Popolo, urlando “vaffanculo” quando lo dice Grillo e invitando gli aspiranti consiglieri ad aprire il consiglio comunale di Ravenna “come una scatoletta di tonno”.

– Poco dopo vota il Movimento 5 Stelle e si carica pensando alle battaglie che faranno i suoi consiglieri comunali (ben tre) contro l’odiato Pd.

– Neppure due anni dopo una dei tre consiglieri si dimette per motivi di lavoro e già da qui, forse, potevamo prevedere come sarebbe finita.

– Dopo alcuni anni di battaglie più o meno risibili e uno scazzo interno che monta sempre più prepotente, il grillino ravennate, dopo aver partecipato a surreali riunioni preparatorie, impotente, deve rassegnarsi al fatto che il simbolo del Movimento 5 Stelle non si presenterà alle elezioni ravennati successive, quelle del 2016.

– Al suo posto, una lista filo-grillina – gli dicono – che poi, facendola breve, finirà presto nel dimenticatoio con due consiglieri su tre nel gruppo misto (non in Parlamento, a Palazzo Merlato) e uno di questi che si presenterà poi alle elezioni successive, quelle dell’anno scorso, come candidato dei No vax.

– Nel frattempo succede di tutto – lo sappiamo bene – con le alleanze a livello nazionale con la Lega e poi con il centrosinistra, che per il grillino-che-non-si-rassegna è pur sempre un passo in avanti.

– Ora si ritrova di nuovo con un partito da pochi punti percentuali, guidato da un signore che negli anni peggiori della pandemia ci diceva in tv cosa potevamo o non potevamo fare.

– E in ultimo, saluta Di Maio, quello da dove era partito tutto, che gli dice che in fondo “l’uno non vale l’altro”.
E allora il grillino ravennate si guarda attorno e si ritrova qui, a Ravenna, in una maggioranza a guida Pd, senza contare un cazzo, chiedendo di fatto a gran voce un rigassificatore al largo di quelle coste che lui avrebbe solo voluto fossero a prova di fratino.

Almeno, vi prego, che qualcuno gli dia un premio.

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