Recensioni (da zero a cinque stelle) raccolte tra i turisti che in questi ponti di primavera stanno affollando la nostra amata Ravenna.
– Bella Ravenna, ma invogliato dal sito internet di Ravenna Turismo sono stato a Punte Alberete e ho contratto il colera. Spero di poterci tornare quando l’area sarà anche attrezzata per essere visitata, sempre che non muoia prima, purtroppo (Federico: 3 stelle su 5);
– Bella Ravenna, ma non è stato facile orientarsi, alla rotonda del Katun spariscono le indicazioni per l’Area Bimbi e di sera non si trova niente di aperto, siamo stati costretti a dormire nei tronchi dell’Autosplash. La tassa di soggiorno di 36 euro per due giorni mi pare esagerata: io ho il Suv e i soldi non mi mancano ma penso che una famiglia di poveri non se la possa permettere (Gianni: 2 stelle su 5);
– Bella Ravenna, ma la prossima volta al Capanno Garibaldi ci andate voi, che io la Baiona con il bike sharing me la sogno ancora la notte (Simonetta: 3 stelle su 5);
– Bella Ravenna, ma puttana eva ladra, il mio agriturismo “vicino ai monumenti Unesco” era a Faenza, nell’aria c’era un gran puzzo di merda e ho preso sei autovelox sulla San Vitale in tre giorni (Rodolfo: 1 stella su 5);
– Bella Ravenna, arrivarci in treno da Bologna è stata un’esperienza mistica che ha aggiunto alla vacanza un sacco di madonne mai proferite prima (Ketty: 4 stelle su 5);
– Bella Ravenna, ma ci sono stato per il 25 aprile e in piazza c’erano solo bandiere di partito!1!1! (Beppe: 5 stelle sempre e comunque);
– Bella Ravenna, anche se non ho capito esattamente dove sia il parco archeologico di Classe, in macchina ho visto solo dei sassi e delle nutrie. Alla fine ci ho rinunciato e sono andato a troie sull’Adriatica, che è lì vicino (Riccardo: 5 stelle su 5 alla città; 1 stella su 5 al trans brasiliano);
– Bella Ravenna, peccato solo essere stati investiti da un’auto mentre stavamo camminando in pieno centro, vicino alla torre civica. (Addolorata: 5 stelle su 5 agli operatori del pronto soccorso, gentili e professionali; 1 grande “col cazzo che ci ritorno” alla città, senza rancore).
