Appare incredibile, soprattutto a chi di musica è digiuno, come si possa arrivare a certi livelli di perizia tecnica e ancor di più colpisce quando il possessore di questa capacità è un ragazzo in età scolare.
In effetti di bambini prodigio è costellato il mondo musicale fin da quando quest’arte è divenuta mestiere. Gli esempi storici sono ben noti e facilmente individuabili: Wolfgang Amadeus Mozart è il più celebre di tutti, forse anche per la sua breve vita, tuttavia numerosissimi sono stati i talenti che si sono avvicendati sui prosceni europei.

Detto che in ambito musicale il bambino prodigio spesso non era che una scimmietta ammaestrata che veniva a patti con l’arte aleatoria, è chiaro che l’ambiente nel quale i talenti crescevano era sostanzialmente diverso da quello odierno. Per tacere di condizioni di vita, è sull’applicazione all’arte stessa che si disserta: è assai probabile che se il giovane compositore salisburghese fosse nato oggi, forse sarebbe un ingegnere di fama mondiale. Il contesto ha certamente fatto la differenza: basti pensare che il padre, Leopold Mozart, è stato un importante violinista e didatta tanto da scrivere il Versuch einer gründlichen Violinschule che ancora oggi suscita grande interesse. Quello che si può immaginare è che il piccolo Wolfgang, al pari della sorella Maria Anna, passasse molte ore della sua infanzia a contatto con la musica. Inoltre ciò che i padri facevano, specialmente in passato, i figli continuavano: le famiglie di musicisti sono innumerevoli, una su tutte i Bach.
Viene da chiedersi se oggi nascano ancora talenti così fulgidi e precoci. Sicuramente sono cambiate alcune cose: è ormai impensabile che i bambini, fin dalla più tenera età, siano preda di lai che instillino in loro l’arte. Se nei secoli scorsi era normale che l’apprendimento di un’arte fosse un’attività quasi totalizzante, oggi non si considera questa attività come un arricchimento o come una possibilità per costruire non solo un lavoro (maledetta monetizzazione di tutto!) ma anche una coscienza critica.
Nella società attuale lo studio della musica è visto come un parcheggio per bambini che ben presto dimenticheranno tutto ciò che l’insegnante dice loro in quella risicatissima lezione settimanale compressa tra le innumerevoli attività pomeridiane che riempiono le vite dei ragazzi. Ogni tempo ha il proprio costume.