martedì
01 Luglio 2025

Quante rivalità dentro all’orchestra (e non solo)

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Archi Orchestra

Quando si parla di musica bisogna sempre ricordarsi che nel corso della storia essa si è nutrita e ha appoggiato le proprie fortune sulle rivalità. Basterà ricordare il binomio Verdi-Wagner per capire come l’appartenenza a una fazione possa arrivare a estremi che si vedono oggidì solo in ambito sportivo.

A dispetto di quanto si potrebbe pensare, questi dualismi non sono solamente presenti tra chi la musica la ascolta, ma anche tra chi la fa: in questo caso non si tratta, però, di una preferenza tra stili o compositori, ma di un antagonismo più becero che serpeggia sordo tra i colleghi. Quello che permea l’orchestra è dovuto a ragioni storiche: nella Venezia monteverdiana, per esempio, esistevano gruppi di strumenti, di fatto corporazioni, che si opponevano gli uni agli altri. A dimostrazione di ciò si può notare come nelle Sonate concertate in stil moderno, libro secondo composte da Dario Castello e stampate nel 1629, le prime due composizioni rechino l’indicazione «a sopran solo», lasciando così libertà a tutti i gruppi di strumenti di acquistare il libro.

Vi è, tuttavia, una rivalità che mette d’accordo tutti gli strumentisti, quella con i cantanti. Una delle battute più «sciocche e sciape» che girano tra gli orchestrali pone l’accento sulla (inesistente) differenza tra un cantante e un musicista. Questo astio atavico può avere certo molte spiegazioni: la prima di esse si può ritrovare nella grandissima libertà della quale i cantanti godevano (e abusavano), lasciando i musicisti in balìa di un solfeggio approssimativo perché piegato alle momentanee e irrinunciabili esigenze vocali.
Sicuramente anche la maggior fama, intrinsecata nel ruolo stesso, di cui i cantanti godono è fattore di grande invidia per chi sognava di essere grande solista e invece si ritrova nel quarto leggio di un’orchestra di provincia.

Vi è, infine, un’ultima ragione, che da fuori può apparire come la più forte, ma che in realtà è la meno sentita: il denaro. Proprio per il ruolo ricoperto, il cantante percepisce sensibilmente di più rispetto a un orchestrale che, invece, legato a dinamiche di massa, non può contrattare singolarmente il proprio compenso.
E i cantanti? Molto spesso sono superiori a queste puerili baruffe e con noncuranza continuano a svolgere il loro lavoro senza curarsi di ciò che avviene sotto ai loro piedi.

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