domenica
29 Giugno 2025
Rubrica Sbicchierate

Quando il Riesling diventa poesia

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La prima volta che ho ascoltato i Godspeed You! Black Emperor (l’ep Slow Riot for New Zerø Kanada) era l’ottobre del 1999. Lo ricordo bene percheé fu un momento davvero emozionante e poi perché ho una memoria non da ridere. La stessa emozione (diciamo quasi la stessa, dai) l’ho riprovata qualche tempo fa aprendo a malincuore, ma purtuttavìa gioioso, una certa bottiglia di vino conservata gelosamente in cantina.

Il Mosel Saarburger Rausch Riesling Spätlese (Golden Capsule) 2017 di Markus Molitor ti dà prima i brividi e poi ti fa commuovere come certe poesie di Anna Achmatova. Qualche dato: Riesling della Mosella in purezza, regione del fiume Saar (evidentemente siamo in Germania), terreni caratterizzati da una forte componente pietrosa e minerale, con prevalenza di rocce d’ardesia (ideali per il Riesling), categoria spätlese (secondo la legge tedesca sul vino, uno spätlese è un vino che arriva da vendemmia tardiva, ma ancora oltre ci sono gli auslese, uve raccolte in novembre, vini che io adoro alla follia ma il mio portafoglio no). Fermentazione naturale e lunga per- manenza sulle fecce fini. Risultato, un vino che ridà fiducia nella vita. Naso tipico del Riesling, elegantissimo, con idrocarburi, burro, frutti bianchi maturi. La cosa sconvolgente in bocca è il mirabile equilibrio tra una morbidezza quasi materica, di paraffina, e acidità e note minerali, senza le quali si rischierebbe la stucchevolezza.

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