Questa settimana piuttosto che lavorare preferirei tagliarmi un avambraccio con un coltello seghettato da pane. Per fortuna però partirò presto per l’usuale Crete Goat Fest, senza dubbio uno dei festival musicali più originali d’Europa (forse del mondo?). Sull’isola greca di Creta – sede, tra l’altro, della leggendaria Antoniakis & Menellakis Ellenik Sirtaki School –, ogni prima settimana di luglio da 19 anni, il Crete Goat ospita infatti le migliori band del pianeta, che si troveranno nell’incredibile situazione di suonare esclusivamente in acustico (l’elettricità è bandita) sfruttando la spettacolare acustica delle grotte semi-subacquee sparse ovunque. Un’esperienza unica, fidatevi. Per prepararmi alla trasferta, ho allora stappato una bottiglia di Retsina Tradizionale 2024 di Kamara Wines, anche se arriva da Salonicco. La Retsina non è un vitigno (in questa bottiglia ci sono Assyrtiko e Roditis), bensì un’antica tecnica di conservazione del vino, che consisteva nel sigillare i vasi di terracotta con resina di pino. Nella Retsina di Kamara la fermentazione è spontanea in acciaio, con infusione di resina di pino di Aleppo delle montagne dell’Isola Evia. È un vino che si ama o si odia, la beva è semplice, rinfrescante e dissetante, ma certamente l’aroma resinoso è super presente. Per me ottimo con feta e olive nere.
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