giovedì
11 Settembre 2025
Rubrica Sbicchierate

Saper fare lo chardonnay è un’arte

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Questo, nella mia ormai inevitabilmente lunga esistenza, è con buona evidenza il periodo, a livello globale, più inquietante mai vissuto. Continuamente mi sento schiacciato dalle forze gravitazionali dell’ottusità umana, ma, lo devo ammettere, è proprio in questi momenti che l’apertura di una buona boccia di vino mi procura un’eccitazione quasi spregevole.

Lo chardonnay An Piota 2022 della cantina piemontese Forti del Vento (nell’Alessandrino), ad esempio, sono certo sia nato, per volontà dei suoi sapienti vignaioli, con l’intenzione di lenire i brutti pensieri. È l’amico che quando eri piccolo ti veniva a chiamare per giocare a pallone dopo i compiti, portando anche un pacchetto di Togo da dividere. Guardate subito la sua invitante ma austera etichetta – ah! quanto sono ieratici i piemontesi –, con quelle orme che portano chissà dove. Sentite il suo profumo schietto, ma non per questo semplice, che non nasconde nitidi richiami alla scorza di arancia e nuance minerali.

An Piota (che in piemontese significa “in gamba”) è uno chardonnay decisamente diverso dal solito, un orange wine affinato in anfora che si distacca dal racconto più comune, senza essere troppo azzardato. Ma ora basta parole, beviamolo senza indugi: aaah, che meraviglia, che freschezza, che bella sorpresa questo ritorno di mineralità unito alla morbida suadenza del vitigno. Grazie.

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