Shannon Wright – Reservoir Of Love (2025 Vicious Circle)
Tra le cose più belle della musica c’è la facilità con cui ci delude. Ci siamo tutti quanti abituati: seguiamo un certo artista, ci innamoriamo del primo disco, usciamo di testa per il secondo, e poi gli anni passano e ci rendiamo conto che la sua musica non ci interessa più. A volte dipende da noi, perché i nostri gusti cambiano nel tempo e associamo certi dischi a certe fasi della vita che sono destinate a passare; più spesso è dovuto a un calo oggettivo della qualità della musica. È una cosa abbastanza bizzarra, se la analizziamo dal punto di vista intellettuale, perché in fondo sono in tanti a dirti che fare musica è un lavoro e le persone tendono a migliorare nel loro lavoro con l’esperienza – e quindi c’è da aspettarsi che il sesto disco non contenga certe stronzate grossolane che l’artista ha messo nel quarto, o simili. Purtroppo non funziona così, la musica ha anche un elemento di vitalità che non può essere compensato dal mestiere se non in parte, e quella vitalità un artista ha tante ragioni di perderla.
Una delle più comuni nelle cose che ascolto io è che certi artisti usano la musica come panacea dei loro mali e convogliano nei dischi sofferenze e disagi spesso indicibili. Usiamo quelle sofferenze e quei disagi per intrattenimento, e poi da quegli artisti ce li aspettiamo quasi in automatico. In questi termini è difficile pensare a qualcuno che ci abbia dato più di Shannon Wright, cantautrice originaria di Jacksonville (Florida) e attiva da solista da 25 anni. Nei suoi momenti più emozionanti (cito un disco solo, Over The Sun) è riuscita a dare corpo come nessun altro alla capacità di incarnare la musica come rappresentazione di sé che hanno certi musicisti del giro indipendente americano: chitarre dissonanti, voci emozionate e tanta di quell’autoanalisi che a confronto Italo Svevo sembra un concorrente del Grande Fratello Vip. Poi, a un certo punto, è finita. Il suo ultimo grande capolavoro è In Film Sound, una decina di anni fa: da lì in poi sospetto che abbia sistemato cose della sua vita che andavano sistemate, continua a fare bellissimi dischi, nessuno che possa tenere il confronto coi suoi capolavori. Venerdì scorso è uscito il suo ultimo album. A sentirlo si rimane affascinati, e un po’ delusi, e forse sono perfino contento che abbia fatto pace con se stessa. Ma la musica era meglio prima.