sabato
02 Agosto 2025

La morte di Ozzy: una per il capo

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La collana “33 1/3” è una serie americana di libri ormai arrivata al duecentesimo episodio, edita da Bloomsbury. L’idea è semplice ma vincente: ogni libro è dedicato a un album diverso e ne racconta la storia. La maggior parte dei libri della collana sono opere monografiche piuttosto classiche, e alcune di ottimo livello (ne ho lette una ventina, e che Dio benedica la possibilità di comprare gli ebook in inglese, perché in Italia non ne sono stati tradotti molti). Alcune opere decidono di affrontare l’argomento in maniera meno ortodossa, e sono generalmente ricordate come le migliori.

Tra queste, il più celebrato è probabilmente quello che Carl Wilson dedica a Let’s Talk About Love, il disco di Celine Dion – un disco che Wilson odia, e di cui è interessato a parlare proprio nei termini di quello che viene chiamata comunemente brutta musica (ISBN Edizioni, che lo fece uscire in italiano prima di chiudere i battenti, lo intitolò Musica di merda). Ma il mio preferito è quello dedicato a Master Of Reality dei Black Sabbath. È scritto da John Darnielle, un musicista che deve la sua fama ai Mountain Goats (gruppo tutt’altro che vicino all’heavy metal) e si è poi fatto conoscere come scrittore di romanzi. Anche Master of Reality (edito in Italia da Minimum Fax) è un’opera di finzione. È scritto da un adolescente immaginario, internato all’interno di una struttura psichiatrica – lo obbligano a tenere un diario, e lui lo usa per chiedere al suo medico responsabile di ridargli le sue cassette dei Black Sabbath. Si parla di vita, di scelte, di incomprensioni, di essere sempre la persona sbagliata nel posto sbagliato. E di come, se sei una di queste persone, i Black Sabbath e Ozzy Osbourne possano salvarti la vita.

È un’opera che ti esplode dentro per la semplicità imbarazzata con cui si sviluppa il tutto, scritta da un falso io che è così poco connotato da sovrapporsi immediatamente alla persona che sta leggendo il diario. Quando è arrivata la notizia della morte di Ozzy, appena due settimane dopo quello che era stato annunciato come l’ultimo concerto dei Black Sabbath, abbiamo tutti pensato che non ci potesse essere niente di meglio: l’uscita di scena con un concerto incredibile, di una persona che non era in grado di stare in piedi o cantare, e con due mugugni ha spiegato a tutti il rock’n’roll. E poi è volato via. Una cosa che non tutti possono comprendere, ma che è spiegata molto bene in Master Of Reality.

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