Blood Orange – Essex Honey (RCA 2025)
Qualcuno si ricorderà di un periodo (sembra mercoledì scorso ma erano i primi anni duemila) in cui il botto improvviso degli Strokes aveva iniziato a gonfiare una bolla nella quale, soprattutto nella scena rock britannica, ogni mese usciva una nuova band su cui la stampa concentrava una quantità di attenzioni e pressioni che non s’era vista manco ai tempi del britpop. Ognuno di questi gruppi era nuovissimo, freschissimo e super-eccitante, ognuno di questi gruppi era destinato a spaccare il mondo intero. C’era anche qualcosa di buono (la settimana scorsa qui hanno suonato i Franz Ferdinand, che sono figli di quell’hype), ma la maggior parte dei casi si trattava di band con poca esperienza e poca benzina nel serbatoio, destinate a sparire dopo un disco o due.
All’interno di questo giro c’era anche una band chiamata Test Icicles; a vent’anni dall’uscita del loro primo disco definirli irrilevanti sembra quasi far loro un favore. La principale freccia al loro arco, ex-post, era il loro chitarrista, un tizio di nome Dev Hynes, nato a Londra da genitori africani (madre guyanese, padre della Sierra Leone): ai tempi non sembrava, ma era un uomo con una missione. Smarcatosi abbastanza presto dal gruppo, si mise a fare musica in proprio con il nome di Lightspeed Champion, e si iniziò a parlare di lui come di qualcuno che era riuscito in qualche modo a smarcarsi dal suo passato. L’esperienza non durò molto, giusto un paio di dischi – l’area era quel pop che era al contempo colto e scemo, nell’accezione più nobile di questi termini (il campo in cui pascolava gente come Vampire Weekend, Animal Collective e tutte quelle cose).
Poi ha smesso, si è trasferito a New York e ha iniziato a produrre. A questo punto è iniziata la fase Blood Orange, che l’ha fatto diventare una quasi-popstar in proprio (“quasi-popstar” significa che tanta gente aspetta il tuo nuovo disco, che la radio lo passa o comunque può passarlo, ma non sei ancora a livello di Beyoncé) e un uomo di fiducia per tante persone che popstar lo sono davvero: Mariah Carey, Britney Spears, Solange, Sky Ferreira, A$AP Rocky e tantissimi altri. Il suo nuovo disco solista è uscito venerdì. È un ottimo disco, ci si sente in qualche modo tutta la sua carriera (il presente devoto alla black music, il passato wave), forse non un capolavoro, ma ci si accontenta.