American Ultra (di Nima Nourizadeh, 2015)
Agosto è il mese in cui i cinema vivono un periodo di calma, alcuni di chiusura, ma anche di aria condizionata non disprezzabile, di qualche buon titolo non nuovissimo e soprattutto di qualche gustosa anteprima. Un po’ presto per parlare di agosto, forse, ma quale miglior scusa per portare R&D sotto l’ombrellone per tutto il mese? Tralasciando che a fine luglio esce un remake di Ghostbusters, inaccettabile e tridimensionale, il primo film in ordine di tempo che incontriamo è Equals (in uscita il 4 agosto), presentato lo scorso anno alla Mostra del Cinema di Venezia e molto atteso, un po’ per il genere fantascientifico, un po’ per la coppia formata da Nicholas Hoult e Kristen Stewart: Warm Bodies che incontra Twilight (un derby tra vampiri romantici, a livello di attori). In un futuro non lontano la società ha disattivato le emozioni profonde per crearne una più piatta e non violenta, ma ovviamente c’è chi è immune e può innamorarsi. Una sorta di Romeo e Giulietta che ha un po’ deluso i cinefili ma non gli inguaribili romantici. Per gli appassionati, il 18 esce l’horror più atteso della stagione, The Witch (la strega), che sui siti stranieri ha medie altissime e accoglienze lusinghiere. Ambientato nel diciassettesimo secolo, parla di un neonato sparito senza lasciare traccia, dopo che i genitori si sono trasferiti in una piccola fattoria ai margini di una foresta. Che sia stata la strega? Dramma familiare, orrore puro e, si dice, un grande finale. A proposito di personaggi, una produzione internazionale diretta da un esordiente italiano, Andrea Di Stefano, è Escobar, dove vedremo (il 25) il grande Benicio Del Toro perfettamente calato nei panni del noto trafficante colombiano in un film ovviamente dal forte carattere biografico.
Per chi ama il cinema impegnato, ci sono due appuntamenti importanti. Il 25 esce da Cannes 2016 una commedia grottesca: Ma Loute, di Bruno Dumont, che non è mai stato autore divertente (anzi, i primi film sono crudi, realistici e piuttosto noiosi), ma che già per la televisione aveva esplorato terreni di comicità surreale (un po’ alla Kusturica, per intenderci) con la miniserie P’tit Quinquin. Ambientato nel 1910, il film inquadra soprattutto personaggi tratteggiati in modo caricaturale, coi quali il regista gioca come se fossero burattini. Stop trama, a voi la parola (e il biglietto). Il 30 invece è la volta dell’uscita di Un padre una figlia, Palma d’oro per la miglior regia a Cristian Mungiu a Cannes 2016. Il regista, già miglior film di Cannes nel 2007 con 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni, ripropone il suo cinema potente e introspettivo, con la storia di un padre pronto ad andare contro ai suoi principi per aiutare la propria figlia in gravissima difficoltà. Trama volutamente generica per non rovinare la visione, anche se in realtà il racconto è al servizio della riflessione del regista, in questo caso sulle conseguenze di una scelta difficile.
Agosto è anche mese di remake e sequel. Tra i primi, oltre Ghostbusters troviamo Elliott il drago invisibile, anch’esso ampiamente trascurabile in favore dell’originale, e Paradise Beach, che vuole proporsi come una sorta di nuovo Lo squalo, senza chiedere il permesso a nessuno di noi. Nel secondo gruppo, il 25 agosto esce un nuovo episodio (il quinto) de L’era Glaciale che è vero che fa sempre ridere, ma forse sarebbe ora di smetterla; mentre il primo settembre sarà la volta del nuovo capitolo di Jason Bourne, sempre diretto dal bravo Paul Greengrass.
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