domenica
15 Giugno 2025

Da Le Confessioni a Mia madre fa l’attrice: guida alle arene estive

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L’estate tarda, e noi proviamo a invocarla parlando di Arene estive, che già hanno iniziato a programmare cinema di qualità. Rocca Brancaleone (giovedì 16) e successivamente il CineParco delle Cappuccine di Bagnacavallo (il 23) mettono sotto i riflettori Le confessioni, film di Roberto Andò con Toni Servillo. Buon regista, appassionato di gialli politici che tanto negli anni settanta hanno dato al cinema italiano, Andò da qualche anno servendosi del volto di Toni Servillo cerca di riprendere quella bella stagione. Anche se il suo film migliore è una delle sue prime prove, Sotto falso nome (2004), è con Viva la libertà che nel 2013 ha acquisito fama nel suo paese, grazie anche  alla presenza di Servillo. Le confessioni parla di una sorta di G8 economico vissuto in un resort di lusso, in cui ci scappa il morto. Andò non è Petri, Servillo comunque non è Volontè, ma è a questo regista che dobbiamo la rinascita di un genere da tempo sepolto. Un film bizzarro, passato quasi inosservato è Rock The Kasbah, in cui Bill Murray interpreta un produttore musicale al capolinea che cerca di lanciare una rockstar in Afghanistan. La regia è di un’icona anni 80 come Barry Levinson, e il suo Good Morning Vietnam qui riecheggia fortemente per spirito di pace e sorrisi, e il film pur non toccando le vette ormai remote del regista (ricordiamo Rain Man e il mitico Piramide di paura) dissacra e diverte a sufficienza. Arena Borghesi, Faenza 19 giugno. L’ottima programmazione della Rocca Brancaleone regala per il 22 un appuntamento particolare, non per tutti i gusti: il documentario di Mario Balsamo, Mia madre fa l’attrice, attraverso il quale lo stesso regista riesce a ricostruire e stampare nella memoria i ruoli in cui la madre ha recitato, citando soprattutto La barriera della legge, film di Piero Costa del 1954. Un film non lungo, poco più di un’ora, un’operazione molto cinefila, un titolo che si discosta decisamente dall’attitudine del riproporre nelle Arene i successi dell’inverno, una filosofia che traveste l’estate come occasione di recuperare non solo il visibile, ma soprattutto l’invisibile. E da questa rubrica non possono che partire applausi, tempo permettendo.

Your Sister’s Sister (di Lynn Shelton, 2011)
Se il tempo non permettesse, c’è sempre tempo per un film invisibile per sempre, visti i 5 anni d’età. Siamo dalle parti della commedia indipendente stile Sundance, costruito con una tecnica registica particolare. I fratelli Duplass, qua sconosciuti ma ottimi registi indie, sono i protagonisti di questo film (ok, uno è protagonista da morto, ma almeno in foto si vede) diretto dall’amica Sheldon e che da loro prende la tecnica registica basata su camera a mano e libertà di improvvisazione dei protagonisti, che hanno un copione più libero (in realtà non sappiamo quanto) delle sceneggiature tradizionali. Il risultato è un effetto iper realista, documentaristico, con overdose di dialoghi e grandissimo sfoggio di tecnica recitativa. Le storie non hanno un’originalità particolare, perché l’importante in questo caso è il come raccontarle. Your Sister’s Sister racconta un rapporto tra il protagonista che ha perso il fratello, e due amiche sorelle assai diverse tra loro. Non pensate che non succeda niente, anzi le situazioni sono tantissime e la trama intriga e incuriosisce per il suo finale. C’è un po’ di spocchia cinefila, inutile negarlo, ma ci troviamo davanti a qualcosa di insolito e piacevole. Sottotitoli disponibili in rete.

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