Da Venezia alle nostre sale: cosa vedremo questa stagione (Parte II)
Seconda puntata della nostra panoramica veneziana: tra parentesi, le date di uscita dei film, se presenti. Premesso che l’articolo uscirà prima della fine della Mostra (il 10) ma forse lo leggerete dopo, iniziamo con l’azzardare un forte profumo di Oscar per il musical d’apertura La La Land di cui abbiamo parlato la scorsa settimana. Nocturn Animals (Animali notturni, 17 novembre) è il secondo film dello stilista Tom Ford dopo l’ottimo esordio con A Single Man, ed è una sorta di thriller con protagonisti marito e moglie, rispettivamente Jake Gyllenhaal e Amy Adams: c’è tanta voglia di vederlo ed è piaciuto. Un redivivo Emir Kusturica presenta il suo nuovo film, ma il regista serbo ha smarrito la sua grandissima ispirazione da quasi vent’anni: riusciranno la fiaba On The Milky Road e Monica Bellucci a smentirmi? Frantz del sempre interessante ma presuntuoso Francois Ozon parla di una storia d’amore dopo la fine della Prima Guerra Mondiale raccontata sia dal fronte tedesco che da quello francese: speriamo che non sia troppo francese, ecco. Stesso periodo di ambientazione, ma ci spostiamo in Australia per The Light Between Oceans (La luce sugli oceani, 16 febbraio), con Michael Fassbender e Alicia Vikander, una storia di una coppia alle prese col ritrovamento di una neonata: pare che al Lido abbia battuto il record mondiale di sbadigli. Un buon titolo invece potrebbe essere l’irlandese The Journey con Timothy Spall e l’idolo Colm Meaney (The Committments & co.) che parla di acerrimi nemici politici: storia vera ma (speriamo ben) romanzata. The Bleeder è un film biografico sul campione di boxe Chuck Wepner, che personalmente non so proprio chi sia, ma pare che la sua vita sia stata a base di sesso, droga e speriamo anche di rock’n’roll: sembra abbia pure ispirato Rocky.
Tarde Para La Ira è un thriller spagnolo di Raul Arevalo, regista de La Isla Minima, uno dei migliori film dell’anno scorso: è per questo che esistono i festival, speriamo tanto in una conferma! C’è anche Mel Gibson a Venezia, con la storia del primo obiettore di coscienza premiato con medaglia dopo la Seconda Guerra, in quanto salvò vite senza uccidere: Hacksaw Ridge con Andrew Garfield profuma di Oscar o di pacco? Se c’è Natalie Portman il film uscirà in sala, quindi ci soffermiamo su Planetarium di Rebecca Zlotowski che parla di un triangolo amoroso della Parigi degli anni ’30 e che rischia di essere ancora più francese del sopra citato film di Ozon: che l’amore salvi tutti noi. Restiamo ancora in Francia per parlare di A Jamais di Benoit Jacquot, un regista ancora più francese dei precedenti messi insieme, che porta in scena The Body Artist, un romanzo del tanto amato dai radical chic Don DeLillo, a cui lascio volentieri la visione. Concludiamo con il film di chiusura, che sarà il remake de I magnifici sette (22 settembre), a opera di Antoine Fuqua, con Denzel Washington, Ethan Hawke e Vincent D’Onofrio: sull’onda di Quentin Tarantino… che non c’è. Postilla finale per i cinefili masochisti, che ameranno film che qua resteranno invisibili, come il documentario di Terrence Malick (grande autore negli anni settanta, insopportabile regista esoterico del presente, ma sono l’unico ad ammetterlo) Voyage Of Time, o come The Woman Who Left del “maestro” filippino Lav Diaz: 4 ore di bianco e nero e tanto tanto materiale per riflettere sull’esistenza propria, altrui e del proprio fisico. Va a finire che a giornale uscito, ho citato proprio il vincitore del festival….
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