domenica
15 Giugno 2025

Film e scuola: dal debutto da non perdere, al classico da recuperare

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Class Enemy (di Rok Bicek, 2013)
Class Enemy, come sottolineano i titoli di testa, è un’opera prima; aggiungiamo noi che è l’opera prima di un regista sloveno nato nel 1985, e che il particolare non è da poco perchè nel film non ci sono ingenuità. Ambientato in una scuola superiore, la vicenda è incentrata sul terribile rapporto tra una classe e il nuovo supplente di tedesco, un uomo duro e dai metodi austeri; un equilibrio delicato sin dall’inizio che viene irrimediabilmente spezzato da una tragedia che erige un muro tra studenti e scuola. «Prima loro temevano noi, ora noi temiamo loro», afferma l’insicura e caotica preside dell’istituto, e la frase è davvero emblematica per il film che rappresenta in maniera impeccabile, realistica e a tratti volutamente caricaturale, la realtà scolastica di questi tempi, facendo intuire allo spettatore italiano che i Gelmini, i Profumo e le Giannini sono disseminati in tutta Europa. Ma la forza e la bellezza del film stanno nel fatto che non c’è né pretesa di denuncia né di lirismo, perchè il regista con la sua fedele macchina da presa in spalla (la Danimarca di Von Trier non è così lontana) descrive con distacco emotivo e con attenzione maniacale alla psicologia dei suoi personaggi un ambiente (non si esce dall’istituto) come una sorta di teatro di guerra. Sorprendono i personaggi: non ci sono buoni e cattivi, il regista per motivi differenti non salva nessuno, rendendo difficile anche parteggiare per qualcuno. Duro, teso e anche pesante, il film trasmette il suo crescendo di tensione e incuriosisce per lo sviluppo del dramma; verso il finale, però, una scena (protagonisti i genitori, che il regista pare non amare, per usare un eufemismo) stempera la tensione, regalando dieci minuti geniali, divertenti e quasi surreali, degni di un regista maturo. Il finale poi, pur con qualche spiegazione di troppo, non delude affatto. Perfetto il gruppo di attori studenti (non professionisti), grandissimo il protagonista Igor Samobor, una star in patria. Il film, pur di fantasia, è ispirato a fatti realmente accaduti nel liceo che il regista ha frequentato da studente. Da non perdere, parola di insegnante.
Il giardino delle parole (di Makoto Shinkai, 2013) Bello ospitare qualche volta tra gli invisibili un classico, che per anni è stato davvero di rara fruizione, essendo uscito per la prima volta in dvd solo questa estate. A differenza di Class Enemy, il professore di questo film è giovane e viene assunto nel Bronx e fronteggia le problematiche dovute alle diverse etnie della classe. Un classico fondamentale, perchè oltre a essere il primo film sulla scuola (o almeno, il primo importante), Il seme della violenza segna il debutto della musica rock come colonna sonora di un film. Il brano in questione è il mitico “Rock Around The Clock” di Bill Haley, che conoscerà una seconda notorietà come sigla iniziale di Happy Days. Ora che è disponibile, a nessuno deve mancare questo film.

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