domenica
15 Giugno 2025

Guida pregiudiziale ai film di ottobre

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Con un filo di ritardo, anche perché ottobre è storicamente mese ricco. La verità sta in cielo (uscita 6 ottobre), racconta della scomparsa di Emanuela Orlandi datata 33 anni fa, e con tardiva memoria ci racconta con foga (nonostante sia passato tanto tempo) uno dei casi più misteriosi della nostra storia recente, coperto dal Vaticano che c’è dentro fino al collo, pare. Da vedere, anche se probabilmente a livello cinematografico non sarà un Kubrick. Per bilanciare il nostro (?) amore (?) per la religione (???), si segnala un Elio Germano nei panni di San Francesco in una dimenticabile produzione francese (sempre il 6). Per gli amanti dei Dan Brown, Ron Howard e Tom Hanks non rinunciano a portare sullo schermo anche Inferno, l’ultimo tassello della storia di Robert Langdon che tanta fama ha acquistato con Angeli e demoni e con Il codice da Vinci, il 13 ottobre. Solito divertimento con annesso esame di Storia dell’Arte. Andando in crescendo, un titolo finalmente interessante è sicuramente il thriller Go With Me con Anthony Hopkins e diretto dallo svedese Daniel Alfredson, dalle forti tinte poliziesche e che ben è stato accolto al Festival di Venezia; i riflettori si accendono però sul Neruda di Pablo Larrain, regista molto caro all’establishment critico italiano e che incredibilmente sa anche parlare al grande pubblico, narrando la storia di Pablo Neruda ambientata nel dopoguerra, e la sua lotta da intellettuale contro un governo che condannò il comunismo alla clandestinità. Altri tempi. L’attore quasi di culto Ewan McGregor (il 20) porta sullo schermo Pastorale Americana di Philip Roth, e se qualcuno non l’ha letto o non lo ha trovato di una banalità sconcertante può vedere il film, del resto è già successo che il linguaggio cinematografico sia riuscito a elevare una normale e sopravvalutata opera letteraria (pensate a Shining). A fine mese (il 21) esce Io, Daniel Blake di Ken Loach, Palma d’Oro a Cannes in barba a tutti i critici pronti a votare film asiatici di 5 o 6 ore. Un dramma non diverso da tutti i film a cui ci ha abituati Loach, ma che riesce a stupire per la freschezza di racconto e ricchezza dei sentimenti. Un film ideale anche per chi non ha mai (comprensibilmente) avuto il coraggio di avvicinarsi al regista inglese. Sempre lo stesso weekend, esce dal Festival di Venezia l’italiano Piuma, di Roan Johnson, regista palesemente pisano autore di un film bellissimo (I primi della lista) e un altro totalmente deludente (Fino a qui tutto bene) a cui tutti noi vogliamo dare un’altra chanche: il film è leggero come il titolo e sembra che scorra con molto piacere. Verificheremo. Il 27 ottobre è una data importante invece perché esce In guerra per amore, il secondo film di Pif, dopo il sorprendente La mafia uccide solo d’estate, una storia d’amore ambientata sempre in Sicilia ma questa volta durante la Seconda Guerra. E visto che i primi saranno gli ultimi, urge ricordare che in sala ci sono già almeno due film interessanti: il nuovo Woody Allen, Cafè Society, a detta di molti ennesimo lieve e delizioso affresco newyorkese, e Inseparabili, film italiano rivelazione al Festival di Venezia, che vede protagoniste due gemelle siamesi, e di cui parleremo in modo più approfondito la prossima settimana. Nel frattempo, per parlarne meglio insieme, perché non lo andate a vedere?

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