venerdì
27 Giugno 2025

Il divertente e non superficiale Machete, in attesa del terzo capitolo

Condividi

Machete Kills (Robert Rodriguez, 2013)
Robert Rodriguez e Quentin Tarantino sono amici e si divertono assai. Dal mitico Dal tramonto all’alba fino al divertente Grindhouse, omaggio a tutto tondo al cinema di Serie B scritti e girati da loro a quattro mani, sono nate alcune costole cinematografiche che stanno diventando piccole saghe. Seguito di Machete, il secondo episodio  diretto da Rodriguez vede il nostro protagonista che dà il titolo al film affrontare da solo complotti sempre più planetari. Soffermiamoci innanzitutto sui nemici di Machete, attori molto noti che prestano ironicamente il volto per ruoli assolutamente insoliti per loro: nel primo episodio i cattivi erano Robert De Niro, Steven Seagal e Lindsay Lohan. Per il nuovo episodio, il regista piazza alcuni colpi del calibro di Mel Gibson e Charlie Sheen (per la prima volta accreditato col suo vero nome, Carlos Estevez), ma soprattutto crea un brillante nemico, El Cameleòn, dai molteplici volti di Cuba Gooding Jr., Antonio Banderas (con cui Rodriguez ha lavorato nel di El Mariachi) e soprattutto Lady Gaga, protagonista di uno strepitoso cameo e a cui consigliamo di darsi completamente al cinema, per prendere i classici due piccioni con una fava. Un gioco a cui questi attori, dalla star al mediocre caratterista d’azione, si prestano volentieri e con divertita dedizione, creando personaggi secondari che costituiscono spesso la forza del film. Nota di merito anche per l’attore messicano Demiàn Bichir, protagonista della prima parte. Machete Kills è un film per fan del genere exploitation (come Kill Bill e appunto Grindhouse) che fa molto molto ridere e che ci fa gustare l’ex campione di pugilato in carcere e caratterista Danny Trejo, che come Eastwood nei film di Sergio Leone, ha un’espressione sola, ma è completamente calato in un ruolo che solo lui può interpretare. Machete è una giostra continua di azione divertentissima e ultraviolenta che non piacerà a tutti, ma che in tre anni è riuscita a creare un enorme numero di fan, guadagnandosi il titolo di cult movie. Un divertimento non superficiale, visto che soprattutto nel primo film l’elemento politico è evidente e messo in primo piano: da un film squisitamente messicano, vengono fuori sia le grosse problematiche di un paese in mano ai cartelli della droga, sia il rapporto con gli Usa e i problemi di frontiera, un muro ben più grande e invalicabile di ciò che si pensi. Il Presidente, nel secondo capitolo, è un nemico in senso lato, basa in modo caricaturale la  campagna elettorale su sicurezza e armi, finanziando multinazionali del terrore. Non lontano né dalla realtà, né da realtà come la nostra, un paese che preferisce vedere la gente per strada piuttosto che evitare di giocare a battaglia navale. Il Presidente nel film è un presidente che c’è o c’è stato in ogni paese. Bene, fine della predica politica e preparazione al terzo capitolo. All’inizio del film assistiamo a un trailer che vede Machete impegnato in una lotta interplanetaria, con chiari riferimenti parodistici a Guerre Stellari: e visto come finisce, questo secondo film è un episodio intermedio, proprio come L’impero colpisce ancora. In attesa del terzo, sicuro, capitolo della saga.

Condividi
Contenuti promozionali
CASA PREMIUM

Spazio agli architetti

Un appartamento storico dallo stile barocco e la rinascita di Villa Medagliedoro

Alla scoperta di due progetti di Cavejastudio tra Forlì e Cesena

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi