venerdì
12 Dicembre 2025

Il figlio d’arte Stefano Sollima regala una miniserie imperdibile

Condividi

Il mostro (Miniserie Tv, 4 episodi)

Facendo finta che tra i lettori di questa simpatica rubrica ci sia una fetta di giovanissimi che non hanno mai sentito parlare di questa pagina nera della nostra storia recente, introduciamo questa chiacchierata dicendo che il “mostro di Firenze” sarebbe l’omicida che tra il 1968 e il 1985 ha ucciso otto coppie di giovani amanti appartatisi nelle campagne del capoluogo toscano. Che fosse un solo killer, un gruppo, o casi isolati non è possibile stabilirlo con certezza: il caso è da considerarsi irrisolto, anche perché i suoi protagonisti sono ormai morti tutti. O spariti. La serie ideata da Leonardo Fasoli e Stefano Sollima, e girata da quest’ultimo, si concentra sui primi delitti e sulla cosiddetta “pista sarda”, che accende i riflettori su un gruppo di famiglie immigrate a Firenze e sicuramente protagoniste del primo delitto del 1968, in cui furono freddati la moglie di uno di loro e il suo amante, all’interno di un’automobile.

Il figlio d’arte Sollima (non dimentichiamo mai papà Sergio, grandissimo regista di western e di scenegg… serie tv come Sandokan o il Corsaro Nero) confeziona l’ennesima, impeccabile, serie tv dopo i grandi risultati di Romanzo criminale e Gomorra, caratterizzata innanzitutto da una perfetta messa in scena e resa del periodo storico, soprattutto gli anni sessanta che hanno dato vita alla storia di questa famigerata famiglia sarda, allargata e sicuramente colpevole del primo omicidio del 1968. L’indagine non prosegue su binari standard, non aiuterà a risolvere un mistero irrisolto e non ha assolutamente né un taglio giornalistico, né un’impronta crime, bensì vuole essere un viaggio, sotto molteplici punti di vista, all’interno di una famiglia, e del loro possibile legame con qualcosa che pare subito più grande di loro. Assistiamo a una squallida e patriarcale faida familiare, vedremo donne trattate come oggetti, uomini deboli e persone che non hanno una morale; vediamo anche come l’ignoranza, in un periodo in cui non tutti avevano la fortuna di ricevere istruzione, possa essere il preludio alla violenza e alla rovina. Lo vediamo attraverso gli occhi di protagonisti magistralmente interpretati, e questo è il punto di forza del regista, da attori ben poco conosciuti e la cui direzione ce li pone esattamente nei panni dei personaggi interpretati.

Bello anche il finale, che chiude una pista e forse ne apre un’altra, e chissà lascia aperta la porta per una seconda stagione, in questo caso (sempre se ci siano materiali e idee) addirittura necessaria e sicuramente esaustiva. Un’opera non semplice, a tratti lenta, che abbiamo detto ha un vestito e una copertina che poco hanno a che vedere con la sostanza, ma che mostra una piccola fetta di un’Italia ancora molto fragile, capace di mettere a soqquadro un’intera comunità. Forse. Da non perdere, in ogni caso.

Condividi
CASA PREMIUM

Spazio agli architetti

Metafisica concreta

Sull’intitolazione dell’ex Piazzale Cilla a Piazza Giorgio de Chirico

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi