domenica
15 Giugno 2025

Il film di Natale oltre il demenziale, così brutto da essere bello

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La festa prima delle feste (di Josh Gordon e Will Speck, 2016)
Partiamo dalle cose semplici: il film si intitola in realtà La festa di Natale dell’ufficio, e la traduzione italiana è, esattamente come il film stesso, un delirio… Perché ci troviamo davanti a un film che è quasi impossibile da recensire e che, in mancanza di idee, racconterò come esperienza pseudo sensoriale. Prendete Una notte da leoni, capostipite incontrastato degli sbronza movie da tutti conosciuto e prendete anche i suoi autori, qua registi del film; prendete Project X, un cult movie che qua conoscono in pochissimi, il cui tema è sempre a base di feste, alcol, droghe ed eccessi, in questo caso con protagonisti degli studenti e girato completamente in soggettiva da uno di loro. La festa prima delle feste vuole dimostrare a Project X che Una notte da leoni non si sbagliava a mostrare che gli adulti possono combinare molti più disastri dei ragazzi. La trama è quasi inesistente: il film racconta di come il responsabile di una filiale di un’azienda che rischia la chiusura, per cercare di salvarla, convochi un importante uomo di affari e gli organizzi una festa sfrenata. dentro gli uffici per convincerlo a firmare un fondamentale contratto.  La premessa serve semplicemente per l’elemento più originale del film: la location, classico ambiente di uffici a stelle e strisce che davvero sembra il luogo meno adatto a una vicenda del genere. Scenario che diventa ben presto apocalittico, grazie alla sequenza irresistibile e irrefrenabile di gag visive, situazioni e sottotrame che vanno immediatamente oltre l’assurdo, il ben pensare e soprattutto la normale immaginazione di un film demenziale. La festa è infatti un film che va ben oltre al demenziale, perché si presenta travestito da commedia per intrufolarsi come un Cavallo di Troia nell’immaginario collettivo di un Hangover Movie (sbronza film, tanto per intenderci) per inanellare una serie di assurdità caotiche e un’espressione continua di sciocchezze così semplici, forse poco originali, ma spiazzanti come non mai, e ritmate come un concerto rock. I rimandi ad altri film non finiscono qui, perché pare doveroso citare Come ammazzare il capo, visto che ripropone i suoi protagonisti, un Jason Bateman dal volto apparentemente serio a suo agio col demenziale, a una Jennifer Aniston in grande forma che nel ruolo della manager “cattiva” sforna un personaggio squisitamente scorrettissimo. Al loro fianco un trio davvero enorme(mente scemo), formato dalla rivelazione T.J. Miller, destinato a grande fortuna nel genere, e le splendide spalle femminili Kate McKinnon e Olivia Munn, già icone del demenziale rosa (che non so cosa sia, eh). Campione d’incassi oltreoceano, non credo che da noi verrà visto molto, un po’ perché a Natale si vogliono o cartoni o scemi nostrani, un po’ perché non adeguatamente pubblicizzato dai distributori. Una festa continua di 100 minuti che esalta tutte le brutture del genere umano adulto, che sublima lo schifo senza alcun pudore e senza chiedervi scusa, che vi sbatte in faccia una società che conoscete ma che fate finta di evitare. E non vi piacerà, fidatevi, perché è buon costume dopo un’ora e tre quarti di star male dalle risate e di una fontana continua di lacrime ilari dire che il film è sciocco. Brutto. La grande bruttezza, perché comunque i personaggi nella loro travolgente simpatia sono tutti bruttini: ecco il titolo adatto per quello che è il mio (e solo mio, ripeto) film preferito di Natale.

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