Spazio alle arene
L’estate è arrivata, le arene vanno a pieno regime. Per la Rocca di Ravenna, forse in onore degli azzurri di Conte, si vive una settimana italiana, in cui a farla da padrone sono gli attori Marco Giallini ed Edoardo Leo. Perfetti sconosciuti (domenica 26) ha vinto il David di Donatello, è una commedia esilarante, divertente, attuale e intelligente, da non perdere per chi non l’ha vista e forse anche da rivedere per chi l’ha già vista e vuole verificare certe dinamiche. Giallini-Leo protagonisti assoluti di Loro chi? (giovedì 23), commedia spensierata girata da Francesco Miccichè e Fabio Bonifacci, quest’ultimo presente in Rocca a presentare il film, un grande valore aggiunto. Completano la settimana tricolore due titoli da non perdere e di cui si è parlato già, La pazza gioia (sabato 25) e Lo chiamavano Jeeg Robot (mercoledì 29). Sempre nostrano è il classico che lunedì 27 l’Arena Borghesi di Faenza propone, il sempre attuale capolavoro di Ettore Scola del 1977 Una giornata particolare. Sempre a Faenza troviamo il titolo più interessante della settimana, Mistress America che non ho visto, ma nutro grande fiducia nel regista Noah Baumbach, novello Woody Allen con gli interessantissimi Frances Ha e Giovani si diventa, film divertenti e complessi che non contengono solo echi alleniani. Restiamo cinematograficamente a New York ma torniamo fisicamente a Ravenna, perché Tutto può accadere a Broadway (sempre lunedì 27, però) dell’icona Bogdanovich è divertentissimo. Ancora alla Rocca, martedì 28 è programmata l’opera prima turca Mustang, un film girato da una donna che parla di ragazze che destano scandalo in un piccolo villaggio. Un film che è stato accolto con successo a Cannes, una regista che è stata accostata a Sofia Coppola e a Nadine Labaki: una visione davvero interessante. Concludendo la settimana e la panoramica sulle arene, a Bagnacavallo segnaliamo il cinefilo Carol (26 e 27), mentre a Lido di Classe Julieta di Almodovar (il 23) e Il ponte delle spie di Spielberg (il 26). Buon cinema!.
The Invitation (di Karyn Kusama, 2015)
Una coppia è invitata a casa dall’ex moglie del protagonista, con cui aveva un figlio tragicamente morto. La cena è composta da una decina di vecchi amici tutti felici di rivedersi, ma prenderà una piega inaspettata. Il nuovo film di una regista atipica e da noi sconosciuta è un thriller estremamente teso, che in patria ha ricevuto pareri a volte favorevoli e a volte entusiastici, che sembra un Festen ma ricorda più Funny Games. Vorrei parlarvi bene anch’io di questo film che a luglio uscirà direttamente in Dvd in Italia (al momento ci sono i sottotitoli in rete) ma la sua estrema lentezza nella prima parte mi ha discretamente estenuato. Che non sia una cena di gala o elegante lo si capisce subito, ma da qui al climax che scoppia soltanto nel finale (e quindi ben oltre l’ora) passa troppo tempo, in compagnia del protagonista e delle sue crisi esistenziali. Anche tutta la parte finale potrebbe sembrare banale, ma l’ultimissima scena contiene un colpo di genio da giustificare sicuramente la tensione appena passata e forse tutto il film. Un grande finale fa fatica a dimenticare la noia appena passata. Come ho già detto, è un thriller con molti estimatori, quindi se amate il genere dategli un’occasione..
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