Un altro ferragosto (di Paolo Virzì, 2024)
Dare un seguito a un film dopo 28 anni non è cosa per niente facile, chiedetelo a David Lynch. Ferie d’agosto, uscito appunto nel 1996, è una commedia che nel suo piccolo voleva parlare di una neonata Italia bipolarista, attraverso un ritratto caricaturale, divertito e spesso impietoso di due famiglie romane che vanno in vacanza nell’isola di Ventotene, nel focoso periodo di ferragosto, e che si trovano l’una di fianco all’altra nel godersi le meritate vacanze. Dopo quasi trent’anni le due famiglie (che per comodità verranno battezzate “destra” e “sinistra”) si ritrovano negli stessi luoghi, ma con profondi cambiamenti nell’albero genealogico.
Dal lato destro mancano i due capifamiglia, perché purtroppo Ennio Fantastichini e Piero Natoli ci hanno realmente lasciato, ma la figlia grassoccia e impacciata è diventata una influencer che celebrerà il matrimonio proprio in questa vacanza; anche dal lato sinistro il padre sta molto male (ma per fortuna Silvio Orlando sta benissimo, che io sappia) ma il suo bambino è diventato prodigio ed è un ricchissimo imprenditore che presenta il suo compagno alla famiglia. Come da copione, ne succederanno delle belle, grazie anche ad alcuni personaggi nuovi, su tutti il Pierluigi Nardi Masciulli interpretato da uno splendido Christian De Sica. Ci sono alcuni fattori che influenzano il film, e non è difficile individuarli: innanzitutto il tempo, che si porta con se nostalgie, senilità e morti, e che pare interessare tantissimo a un regista talmente coinvolto che pare essere un membro della famiglia di Orlando; il clima politico è narrato da un lato con ancor maggiore ironia, ma dall’altro con una disillusione, soprattutto a sinistra, tangibile e comprensibile, pur rimarcando la dicotomia buoni/cattivi.
Commedia ancor più agrodolce del suo predecessore, più attenta ai singoli personaggi che al collettivo, più intimista che corale, tanto da riconoscere, come già scritto, una certa impronta personale che gli autori (premiata ditta fratelli Virzì e Bruni) hanno volutamente dato all’atmosfera del film. Restiamo pur sempre nel campo della commedia, si ride e si sorride, si strizza l’occhio al politicamente scorretto senza esagerare, ci si affida a un ponte generazionale di attori dove i giovani non sfigurano davanti a veterani della commedia, dai mediterranei Silvio Orlando e Gigio Alberti, passando per le eterne Sabrina Ferilli e Laura Morante, mostrando un piacevolmente camaleontico Vinicio Marchioni e andando a sbattere in un brillante, misurato e davvero bravissimo (e non mi sorprende) Christian De Sica. Se possibile, prima della visione, recuperate il primo episodio e cercate di guardarli a stretto giro, non ve ne pentirete, visto che entrambi sono disponibili in streaming.