mercoledì
25 Giugno 2025

Un giallo sui generis di drammatica attualità

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04 Webphoto Conclave 071999 21Conclave (di Edward Berger, 2024)
Conclave è uscito in sala già da un paio di mesi, ma la drammatica e ineluttabile attualità ci porta a riscoprire un titolo che, oltre alle otto candidature agli Oscar, è tornato sulla bocca di tutti. Dopo l’improvvisa morte di papa Gregorio XVII, viene convocato immediatamente dal cardinale Thomas Lawrence (Ralph Fiennes), il conclave che riunisce a porte chiuse (“cum clave”) i cardinali della Chiesa cattolica. Oltre a Lawrence le personalità principali sono Aldo Bellini (Stanley Tucci) che continuerebbe la linea relativamente progressista del defunto pontefice, e i più conservatori, dal canadese Tremblay (John Lithgow) al nigeriano Adeyemi (Lucian Msamati), fino al più reazionario di tutti, l’italiano Goffredo Tedesco, interpretato dal “nostro” Sergio Castellitto. Dulcis in fundo, come in tutti i gialli che si rispettino, arriva l’outsider messicano Benitez, mentre a livello di cast, si segnala anche la “sorella” Isabella Rossellini.

Il termine “giallo” non è stato citato a caso, perché Conclave si snoda con i canoni del genere, pur non presentando omicidi seriali o situazioni di brivido; ciò che crea questo particolare tipo di atmosfera, è la tensione tra i suoi protagonisti, le trattative, i colpi di scena che, pur lentamente, si susseguiranno nell’ultima parte del film. Il tedesco Edward Berger si è messo in luce come regista e co-sceneggiatore dell’ultima e ottima trasposizione del classico antimilitarista Niente di nuovo sul fronte occidentale, guadagnando premi e consensi, e conferma la sua abilità nella regia in questa sua ultima opera. Il pezzo forte è la direzione degli attori, che a dire il vero partono già da un livello molto alto, e la gestione delle scene “di massa”, riguardanti il conclave stesso, imponenti, drammatiche e realistiche. Proprio per questo, il film andrebbe fruito in lingua originale anche per la varietà degli idiomi, che si perdono con un doppiaggio che inevitabilmente penalizza la straordinaria interpretazione dei protagonisti.

Le due ore scorrono bene ma a un certo punto lo spettatore sente il bisogno di una svolta, di un colpo di scena, di uno sviluppo della trama che se mantenesse l’assoluta linearità, rischierebbe sia di annoiare che di deludere; la svolta c’è, è estremamente potente, e va a cambiare le carte in tavola, con una scelta di sceneggiatura coraggiosa. Alla Chiesa, in generale, non è piaciuto, mentre la critica ha apprezzato il film nella sua interezza. Comunque la si veda, Conclave è una pellicola che per quasi tutta la sua durata fa respirare il cinema, quello vero. E le opinioni sono personali, questo lo sapete già.

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