Rinascita verde e bianca purezza

Dal Salone del Mobile 2017 gli indizi living sono tutti a favore di una rinascita sotto il segno del benessere, della natura e dell’ecosostenibilità

Il presagio è arrivato poco prima di Natale: il colore dell’anno Pantone, quello che riassume i segnali per il nostro futuro, è il Greenery, un tono di verde primaverile, luminoso. A lui il compito di tirarci fuori dalla crisi e di prenderci per mano in un orizzonte non proprio confortante, trasformando il limite in opportunità. Per raccontare secondo le regole del marketing esistenziale il colore simbolo del 2017, Pantone – in team con Airbnb – ha aperto una dimora pop up dal 27 al 30 gennaio 2017 a Clerkenwell Road a Londra: Outside – in House. Dentro, attraverso un’immersione esperienziale, gli ospiti potevano entrare in un paradiso inebriante,  essere accolti da una foresta reception, soggiornare dentro una serra interna-salotto, mangiare in una cucina con orto botanico, dormire in una camera da letto-giardino con prati circondati da sculture vegetali e piante soporifere, con un angolo fornito di tenda per i bambini. Per chi voleva, prenotando le Airbnb Experience,  erano a disposizione anche corsi per la creazione di arazzi con tinture vegetali, per la distillazione di gin, per comporre l’erbario domestico e altre amenità verdi, sotto la guida di tutor del luogo.

Outside in House, Pantone in collaborazione con Airbnb, Londra, gennaio 2017

Lasciandoci prendere la mano da questo colore si può anche parlare delle probabili hits del Salone del Mobile 2017 (Milano, 4-9 aprile) sempre all’insegna di una sostenibilità interpretata non soltanto in chiave di recupero, ma di innovazione e benessere, indirizzata a un consumo più responsabile delle nostre risorse. Così al Salone 2017 il Greenery scivola lungo l’Isola Design District, nuova hub urbana diffusa e strategia di marketing territoriale promossa dal Comune di Milano. Si può partire dal progetto Green Island, curato dalla critica d’arte Claudia Zanfi e pensato dall’artista Emilia Faro che colonizza con le sue sculture vegetali il negozio Tiger nella Stazione di Porta Garibaldi, la fucina intrigante dell’Algranti Lab sino ad arrivare allo showroom di eco-arredamento Riva Viva con l’opera Botanik. Riprendendo il modello partecipativo dei tutor locali dei corsi dell’Outside – in House Pantone, i totem informativi di Green Island sono realizzati dagli artigiani del Quartiere Isola. Sempre Greenery è il curioso concept store/laboratorio milanese Bici e Radici, incrocio di pensiero botanico e mobilità sostenibile, che presenta l’installazione Suspended Garden, lo stesso fa il filosofo giardiniere Mauro Nobile dello spazio Offfi, sempre al Quartiere Isola. Verde è lo spazio di Mini Living – Breathe, creato da MINI in collaborazione con lo studio newyorchese Soil: un’interpretazione lungimirante di un modo di vivere cosciente e consapevole delle risorse, all’interno di uno spazio fisico contenuto. L’installazione – home concept è uno spazio largo 5 metri e alto 10, ideale per tre persone e mette in discussione lo stile di vita convenzionale, dimostrando come l’architettura possa rispondere in modo creativo alle sfide future, come spazi sempre più contenuti e risorse limitate nelle aree urbane.

La mini-casa è così concepita come un ecosistema attivo: il rivestimento esterno trasparente filtra l’aria e inonda lo spazio di luce naturale in modo da garantire un ambiente interno luminoso e piacevole. Inoltre un giardino pensile, con piante rigogliose che producono ossigeno, contribuisce a migliorare l’aria e il microclima urbano. Sul tetto, un sistema di raccolta dell’acqua piovana ne permette il riutilizzo. Per la struttura sono stati impiegati materiali riciclabili ed eco-friendly, incarnando così a pieno il concetto di un uso consapevole delle risorse. Ma il verde al Salone del Mobile passa anche attraverso altre strade, si fa rizomatico e si accompagna al benessere, alla purezza e al nitore. Il colore fil rouge dell’appuntamento più importante del Salone 2017 è infatti il Bianco, con il progetto  White in the city, curatore Giulio Cappellini, main sponsor Oikos, la grande azienda dell’imprenditore Claudio Balestri che, con base a  Gatteo Mare, produce soluzioni cromomateriche, pitture e vernici per interni ed esterni caratterizzate da bellezza, innovazione, basso impatto ambientale e bellezza. Unica azienda italiana fra i vincitori del premio Sbid (Society British & International Design) Awards 2016 con la finitura Bronzo fuso, Oikos è stata definita l’eccellenza nel settore per il mix di innovazione sostenibile e artigianalità italiana, e per la capacità di interpretare il volere dei progettisti, realizzando off-site campioni su misura con il suo reparto Ricerca&Sviluppo coordinato da Vicky Syriopoulou.  Oikos produce, grazie a texture materiche uniche, 187 tipi di bianco differente. In White in The City queste centinaia di variazioni di bianco diventano un‘immensa metafora per progetti, dichiarazioni poetiche, visioni estetiche, oggetti attraverso la relazione con un numero straordinario di progettisti, artisti e creativi.

White beyond blank, mostra del progetto White in The City, Milano Design Week, 4-9 aprile 2017

White in The City coinvolge alcuni degli spazi più affascinanti del Quartiere Brera di Milano: Accademia di Belle Arti, Pinacoteca, Palazzo Cusani, l’ex chiesa di San Carpoforo e Class Editori Space, ognuno con una diversa visione e declinazione ma uniti in un unico percorso che segue il Bianco, pagina sulla quale potere scrivere tutte le più brillanti e sostenibili intuizioni per un futuro in chiave di ben-essere urbano, domestico, ma soprattutto esistenziale. Nello Spirituale nell’Arte Wassily Kandinsky diceva che «il bianco operava nella nostra anima come il silenzio assoluto, un silenzio non morto, traboccante di possibilità vive… un niente pieno di gioia giovanile o, per meglio dire, un niente antecedente alla nascita, antecedente all’inizio».
Anche in White in the City il colore bianco diventa in realtà pensiero, a partire dalla dimensione simbolica di candore, tranquillità, pausa, sostenibilità, «diventando – secondo il concept di Claudio Balestri e Giulio Cappellini – non un punto di partenza ma un punto di arrivo in grado di coinvolgere tutte le discipline di progetto, dall’architettura alle arti visive, dal design al fashion». Nel Bianco di White in The City rientrano tutte le aree socio-culturali legate all’essere, al vivere, all’abitare, al contemplare, all’operare una trasformazione. È infatti, simbolicamente, il colore dei riti di pas­­­­­­saggio, dello spostamento da una condizione all’altra, di ciò che si evolve: i candidati di tutte le cerimonie di iniziazione erano e sono ancora vestiti di bianco. Così la Pinacoteca di Brera diventa il teatro per le azioni e i pensieri “bianchi” di alcuni protagonisti degli scenari dell’architettura internazionale con Whitearchitecture: Giulio Cappellini stesso, Stefano Boeri, David Chipperfield, Daniel Libeskind, Aires Mateus Asociados, Marco Piva, Patricia Urquiola, Studio Zaha Hadid. Palazzo Cusani ospita White Icons, le icone del bianco attraverso lo sguardo curatoriale di Giulio Cappellini, e Whiteonwhite, il bianco su bianco, ovvero l’essenzialità assoluta, il dialogo tra i mille tipi di bianco, la luce e i volumi in una narrazione ambientale progettata  a più voci da alcuni dei profili più intensi del panorama internazionale, tra cui Jasper Morrison, Studio Mamo, 5+1AA, Alberto Apostoli, Studio Svetti, Vicky Sirioupoulou, Raffella Laezza, Studio Rotella, Caberlon Caroppi Italian Touch Architects. All’ex chiesa di San Carpoforo, il bianco diventa un’installazione, il Bianco Oikos, in cui una grande parete che con tasselli di diverse dimensioni diventa il tableaux vivant delle infinite trame e sfumature del bianco Oikos – colore del benessere,  materia principe per la finitura di arredi eco-sostenibili creati da giovani designers, in una sorta di live action interno alla mostra. Poi c’è il Class editori Space, dedicato a giovani designer internazionali che affrontano il tema del bianco come ecosostenibilità con la mostra White Young, creando una serie di progetti innovativi e visionari, in una mostra che diventa  luogo di incontro e dialogo tra sensibilità, storie, esperienze e creatività diverse.
Infine, sempre sotto il segno del Bianco, nella mostra White Beyond Blank all’Accademia di Belle Arti di Brera nei Corridoi tra i Gessi del Canova e le volte dell’ex collegio dei Gesuiti, gli studenti danno una loro visione precisa del “futuro bianco”, simbolo materiale e immateriale del ben-essere, attraverso una mostra di opere, prototipi e installazioni.

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