Indagati presidente, tre dirigenti e l’ex amministratore delegato
della cooperativa, che ora rompe il silenzio: «Siamo a disposizone»
In una stringata nota inviata alla stampa Cmc assicura «di aver operato in ossequio alla normativa e agli accordi intercorsi» e dice di rispettare «l’operato della Procura» restando «a disposizione delle autorità inquirenti al fine di fornire tutte le informazioni utili a chiarire la propria posizione».
Tutti i protagonisti della vicenda devono rispondere, a vario titolo, di attività di gestione di rifiuti non autorizzata in riferimento a due distinti reati previsti dall’ex decreto Ronchi: “raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio di rifiuti senza autorizzazione” e “realizzazione e gestione di una discarica non autorizzata”. Il tema è quello dei fanghi di escavo, del canale Candiano ma non solo, ammucchiati nelle otto casse di colmata del porto anche senza le autorizzazioni della Provincia.
Sono indagati, oltre ai cinque dirigenti legati alla Cmc, anche il presidente dell’Autorità Portuale Galliano Di Marco e il suo predecessore Giuseppe Parrello e i vertici della Sapir: il presidente Matteo Casadio, l’amministratore delegato Roberto Rubboli e l’ex presidente, nonché ex sindaco di Ravenna, Giordano Angelini).