Tragedia al casello, l’autista dell’Audi: «Ho aperto gli occhi e stavo volando» 

Il ricordo del 21enne che ha provocato la morte di due persone
per un colpo di sonno nelle parole della madre. «Non si dà pace» 

Con gli esami che hanno ufficialmente escluso la presenza di alcol o di sostanze stupefacenti nel sangue dell’autista dell’automobile impazzita, è il colpo di sonno la causa più probabile dell’incredibile tamponamento che nel primo pomeriggio del giorno di Ferragosto ha distrutto una famiglia modenese al ritorno dalle vacanze (padre e figlio sono morti, la madre è grave al Bufalini di Cesena). A confermarlo è anche l’intervista alla madre del ragazzo alla guida dell’Audi che ha tamponato la Punto dei modenesi, un 21enne di Macerata, pubblicata nel Carlino in edicola oggi, martedì 18 agosto.

Rispondendo alle domande del cronista, la donna rivela che il figlio «non ricorda assolutamente il momento dell’impatto contro il new jersey e della sbandata». Il 21enne avrebbe detto alla madre di «aver aperto all’improvviso gli occhi» e di essersi accorto che stava «volando con l’auto». Un colpo di sonno, quindi, con la madre che rivela anche come i due (a bordo con il 21enne c’era un amico di un anno più grande con cui aveva trascorso la serata in discoteca e la mattinata a Mirabilandia, e con cui era diretto pare all’Expo di Milano) avessero appena mangiato un panino. E l’amico, sul sedile del passeggero, si era poi addormentato.

La donna descrive il ragazzo comprensibilmente ancora sotto shock. «Non riesce a darsi pace, piange e si dispera. Ha sempre davanti agli occhi l’immagine della povera signora (la donna che ha perso figlio e marito, ora ricoverata all’ospedale di Cesena in gravi condizioni, ndr) che continuava a ripetere “dov’è il mio bambino?”». Ora il desiderio della madre è quello di incontrare la donna, unica sopravvissuta di quella famiglia, «per testimoniarle la nostra vicinanza e l’affetto in un momento così terribile».

La madre del 21enne ricorda al quotidiano ravennate anche i momenti subito dopo l’incidente: «Mi ha subito chiamato, era sconvolto, mi ha detto che erano morte due persone, urlava “per favore mamma, stammi vicino, non mi lasciare”. Non sapeva indicarmi dove si trovava, mi ha passato un vigile del fuoco che mi ha spiegato tutto. Mio figlio era disperato, mi ha detto che non aveva bevuto, che non si droga. È un ragazzo con la testa sulle spalle, quando esce con gli amici è lui a mettersi quasi sempre al volante perché, oltre a non bere, è il più attento alla guida».

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