Intanto le indagini continuano: il killer avrebbe sparato da tre metri
Chianese non è morto subito. Possibile la presenza di un complice
Centinaia le persone che hanno voluto dare l’ultimo saluto alla guardia giurata che solo lo scorso novembre era tornato a casa per riabbracciare i suoi cari.
Enorme la commozione – citiamo sempre l’articolo di interno18, mista a rabbia, che si respirava nella chiesa di San Michele Arcangelo a Trentola Ducenta. «Giustizia per Salvatore» è stata chiesta da don Vincenzo Marino, il parroco che ha officiato le esequie che ha anche ricordato come «la vita sia un diritto inviolabile».
L’omicidio di Chianese resta avvolto dal mistero. Dall’autopsia è emerso però che il killer avrebbe sparato da una distanza di circa tre metri colpendo con una fucilata al volto la guardia giurata, rimasta agonizzate per terra, ancora viva, per un paio di minuti. In quei momenti l’assassino si sarebbe impossessato della pistola d’ordinanza e del portafogli, non ancora ritrovati. Secondo la procura si è trattato di un tentativo di depistaggio.
Ora si indaga nella vita privata di Chianese, mentre non è esclusa la presenza di un complice alla cava.