Il vicesindaco: «In quattro anni assumeremo 43 agenti di polizia municipale»

Fusignani: «La task force  antiabusivi sui lidi funziona, stiamo pensando a corsi di formazione per i referenti dei gruppi Whatsapp»

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Il vicesindaco Eugenio Fusignani

«La nostra intenzione è portare la polizia municipale di Ravenna a pieno organico. Al momento abbiamo 177 agenti, ce ne servono 220». Il vicesindaco con delega alla Sicurezza, Eugenio Fusignani, traccia un bilancio del primo anno di azioni svolte dall’amministrazione. L’8 luglio, annuncia, entrerà in servizio il nuovo comandante Andrea Giacomini, «con il quale abbiamo già portato avanti diversi ragionamenti».

Vicesindaco, partiamo dal concorso per le nuove assunzioni dei vigili per fare il punto sull’organico della municipale.
«Siamo ancora abbastanza distanti dal pieno organico, il comando è sotto di 43 unità. Al momento ci sono 177 agenti ma per presidiare il territorio ne servono 220. In questo senso il concorso è un passo importante: quest’anno nel piano assunzioni del Comune sono previste 12 unità di personale in più. Di queste, dieci sono vigili: sette usciranno da questo concorso, gli altri tre sono arrivati dalla mobilità esterna. Il nostro piano è di recuperare il gap entro la fine della consiliatura. Il mio ideale, una volta concluso il concorso che porterà ad una nuova graduatoria, sarebbe di dieci assunzioni annue. Un dato di massima che deve naturalmente tenere conto dei fabbisogni totali dell’amministrazione».

Ravenna E DintorniL’opposizione, con Cambierà, dice che i funzionari (17) e soprattutto gli ispettori (46) sono troppi e poco utilizzati nel presidio del territorio. Come risponde?
«Non voglio dare troppo peso alle polemiche ma Cambierà deve informarsi meglio: gli ispettori sono agenti di polizia municipale che non sono in ufficio ma in strada. Proprio la presenza di agenti in centro e in spiaggia è stata una delle azioni che abbiamo messo in campo. Alle nuove assunzioni a tempo indeterminato, che svecchieranno il corpo, si aggiungono i rinforzi estivi a tempo determinato che quest’anno sono passati da 20 a 38».

La task force antiabusivismo sta funzionando?
«Le iperboli non mi piacciono ma devo dire che in questo caso è azzeccata: si tratta proprio di una task force. Lo scorso anno ci siamo concentrati su Lido di Classe e Lido di Savio, dove il tema era molto sentito, quest’anno abbiamo esteso il controllo agli altri lidi. Presto per fare bilanci, però credo che le forze messe in campo si vedono; i venditori abusivi sono molti di meno ma rendiamoci conto che zero non saranno mai. Alle azioni sul campo alterniamo anche quelle a monte, sequestrando la merce dai fornitori».

Multe agli accattoni in centro:
«Queste persone devono capire
che così non risolvono problemi»

Ha destato invece qualche polemica, soprattutto a sinistra, la scelta di contrastare con le multe l’accattonaggio in centro. Funzionano davvero?
«Non sono le multe che mi interessano. Certo, dobbiamo agire nella cornice delle leggi di questo Paese ma il punto è far capire che questa città ha le strutture e i servizi sociali in grado di accogliere e aiutare tutti. A queste persone va spiegato che la soluzione ai loro problemi non è quella di stare fermi in piazza a chiedere un euro. Allo stesso modo la città non si può lavare la coscienza con lo spicciolo al questuante ma deve essere in grado di rispondere a queste situazioni. Al momento abbiamo comunque spostato il pattugliamento dei vigili verso il mare perché con questo organico siamo costretti a fare delle scelte. In ogni caso stiamo stringendo anche accordi con i volontari, ad esempio con l’Associazione nazionale carabinieri, che ci potranno dare una mano anche per la professionalità maturata durante gli anni del servizio».

WhatsappA proposito di volontariato, a che punto siamo con l’istituzionalizzazione dei gruppi Whatsapp?
«In ritardo. È un percorso che va fatto insieme ai consigli territoriali, ed era iniziato con quelli in carica lo scorso anno. L’insediamento dei nuovi ha rallentato il processo che ora ricomincerà. Intendiamoci: si tratta di gruppi spontanei, non è nostra intenzione guidarli direttamente. Ci piacerebbe però individuare un paio di responsabili che si interfaccino con i consigli territoriali e le forze dell’ordine, magari dotandoli di un’app. Pensiamo a dei corsi di controllo del vicinato e ad una comunicazione ordinata che eviti allarmismi come quello accaduto tempo fa a Roncalceci quando arrivarono diverse chiamate al numero d’emergenza  per segnalare una persona incappucciata con un zaino che si aggirava per le case. Alla fine era un ragazzo uscito dalla palestra che si stava proteggendo dal freddo».

In campagna elettorale si è parlato anche di incentivi per chi investe su sistemi di allarme e telecamere. L’idea è ancora sul tavolo?
«Sì, l’idea di incentivare anche i sistemi di sorveglianza privata esiste ma dobbiamo ragionarci in termini di fattibilità economica. Intanto ci piacerebbe ammodernare il sistema di videosorveglianza pubblico con tecnologie da installare in punti strategici che siano in grado di sventare i furti in tempo reale, non soltanto di aiutare nelle indagini una volta compiuto il reato».

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