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    Categoria: cronaca

Madre e figlia indagate per circonvenzione di incapace e autoriciclaggio

Sono accusate di aver truffato una quarantenne approfittando del suo stato di debolezza

Madre e figlia insieme indagate per reato di circonvenzione di incapace e di autoriciclaggio. La polizia di Stato ha ricostruito la vicenda al termine di un’articolata attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Ravenna, con il personale della Squadra Mobile. 56 anni la più anziana, 24 anni la più giovane, entrambi ravennati e già note alle forze di polizia per trascorsi giudiziari – truffe in particolare -, approfittando dello stato di debolezza psichica della vittima, una donna ravennate di circa 40 anni, l’avrebbero indotta a esporsi finanziariamente, convincendola ad accendere due contratti di finanziamento con addebito sul conto corrente della vittima e successivamente ad acquistare un’autovettura nuova. La vettura, appena consegnata, sarebbe stata immediatamente rivenduta dalla parte offesa a un concessionario, ma i proventi dell’acquisto sono state trattenute dalle indagate che lo hanno incassato attraverso il conto corrente di una società di cui erano titolari. Per camuffare l’introito illegale e giustificare l’operazione di incasso, le due donne hanno emesso fatture per operazioni commerciali inesistenti, vanificando in tal modo i controlli antiriciclaggio. Il personale della Squadra Mobile, coordinato dal Pm Cristina D’Aniello, sentiti vari testimoni e analizzata la documentazione bancaria e finanziaria ritenuta di interesse, ha potuto acquisire precisi e chiari elementi di responsabilità nei confronti delle due indagate. In particolare, è stato contestato loro anche l’autoriciclaggio previsto dall’art.648 ter c.p., norma introdotta nel nostro ordinamento a dicembre 2014, che punisce con pene sino a 8 anni di reclusione e multe sino a 25 mila euro, chi “…avendo commesso o concorso a commettere un delitto non colposo, impiega, sostituisce, trasferisce, in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative, il denaro, i beni o le altre utilità provenienti dalla commissione di tale delitto, in modo da ostacolare concretamente l’identificazione della loro provenienza delittuosa”.