Lady Aziza battuta all’asta: 650mila euro per la nave coinvolta nel naufragio Gokbel

La nave varata nel 1991 è ferma in darsena dall’incidente con sei morti nel 2014. Aggiudicata a un armatore inglese: «Costruita in Germania, è una garanzia come le Mercedes». Ma ora un’offerta da 758mila euro aprirebbe una nuova gara al rialzo

Lady Aziza di traverso

La Lady Aziza di traverso in Darsena: un’ondata di maltempo a novembre 2017 aveva spezzato gli ormeggi

Dopo due aste deserte, alla terza si è scatenata la battaglia nonostante fossero passati solo quattro mesi dalla seconda e il prezzo di partenza fosse rimasto lo stesso della volta precedente: la nave ormeggiata sulla banchina sinistra in darsena di città a Ravenna da febbraio 2015, la Lady Aziza battente bandiera del Belize, è stata venduta all’asta in tribunale il 26 gennaio per 650mila euro partendo da 413mila (una perizia dell’ottobre 2016 le attribuiva un valore di 516mila euro, cifra base della prima asta deserta).

Alle cronache giudiziarie e marittime, ravennati e non solo, è tristemente nota perché coinvolta nell’incidente del 28 dicembre 2014 al largo del porto in cui naufragò il mercantile turco Gokbel. L’armatore è la società Kmf Shipping con sede a Saint Kitts and Nevis, stato insulare delle Piccole Antille composto da due isolette con una superficie totale inferiore alla metà del comune di Ravenna.

In tribunale è stata una battaglia combattuta per poco più di trenta minuti con quattro contendenti (un inglese, un siriano, un turco e un greco) e la stoccata decisiva è stata la ventiduesima. A gestire l’asta l’avvocato Aleandra Argentieri, delegato dal giudice, con la collaborazione dell’avvocato Sara Pazzi e la traduzione inglese di Federica Ceccoli: dopo l’apertura delle buste è stata accolta la richiesta degli avvocati per la concessione di tre minuti di tempo per ogni rilancio ma vietati i contatti telefonici durante l’asta ed è stato stabilito che solo una persona per ogni offerente era autorizzata a fare rilanci alzando la mano.

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Le fasi dell’asta per la nave Lady Aziza in tribunale

A spuntarla è stata la Medway Marine: sede alle isole Marshall (più piccole di Saint Kitts e Nevis), uffici a Londra, una flotta di undici navi tutte più grandi della Aziza che un paio di volte al mese attraccano a Ravenna. A rappresentarla all’asta c’era l’irlandese Richard John Allen, figlio e nipote di armatori: «È una nave costruita nel 1991 in Germania e questa è una garanzia perché è come per le auto: una Mercedes si può comprare tranquillamente anche se di seconda mano». Non era la prima asta per il manager: «Faccio i miei complimenti alle tre persone che hanno coordinato i lavori: giovani e professionali». Apprezzamenti espressi anche dall’offerente greco rimasto stupito di trovare una traduzione in inglese. Allen è cofondatore della Medway e con il suo socio hanno già delineato il futuro della Lady Aziza: «Se potrà essere rimorchiata fino in Romania verrà portata là per i lavori di manutenzione. Stimiamo che serva un milione di dollari per rimetterla in condizioni di navigare e trasportare merci. Sembra una cifra alta ma questo dimostra che la consideriamo un buon investimento». Perché allora non farsi avanti quattro mesi fa? «Non c’erano le condizioni finanziarie adatte per questa operazione». La gente che va per mare si sa che non difetta di scaramanzie. Inevitabile la domanda: una nave coinvolta in un naufragio non fa paura? «È vero, i marittimi sono molto superstiziosi – sorride Allen – ma mi piace pensare che ci sia una nuova vita per questa nave». L’aggiudicazione al momento però è solo temporanea. C’è tempo fino al 5 febbraio per presentare nuove offerte che dovranno essere di almeno 758mila euro (un sesto in più della cifra finale): in quel caso tutto tornerà sul piatto e verrà fissata una nuova asta non prima di un paio di mesi e i rialzi minimi saranno da 15mila euro.

Lady Aziza di traversoLa vendita all’asta è stata disposta nell’ambito della causa civile per risarcimento danni aperta da Mapfre Sigorta (avvocato Anna Novelli), assicuratore delle 1.500 tonnellate di barite in sacchi nella stiva del Gokbel valutate 255mila dollari, nei confronti della Kmf: in buona sostanza un volta arrivati al sequestro conservativo del bene – promosso anche dall’armatore turco Omer Cetinkaya Denizcilik (avvocato Maurizio Mauro) che chiede un risarcimento milionario – il giudice ha disposto la vendita per evitare il deperimento e ora è come se la liquidità andasse a sostituire la nave restando sotto sequestro fino alla conclusione della procedura quando verrà decisa la ripartizione delle somme a disposizione. L’avvocato Novelli vanta una certa conoscenza del settore marittimo: «È stato un po’ strano il clima che si è creato attorno a questa nave. La perizia chiesta dal giudice era di 516mila euro eppure alcuni articoli di stampa locale la definivano una specie di rottame parlando di ben cifre più basse mai circolate in documenti ufficiali. Stiamo parlando di una nave artica che andrebbe portata in altri mari per dare il meglio, ma resta una imbarcazione di qualità».

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