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    Categoria: cronaca

Casa delle Donne: «Gli uomini violenti uccidono, non l’immigrazione»

L’associazione femminista replica a Forza Nuova dopo l’affissione dello striscione sulla facciata della sede in via Maggiore a Ravenna

«Chi uccide sono gli uomini violenti, non l’immigrazione». È la replica della Casa delle Donne di Ravenna dopo il gesto dimostrativo dell’associazione Evita Peron, costola femminile del movimento di destra Forza Nuova, che ha affisso uno striscione sulla facciata della sede in via Maggiore con scritto “Desiree come Pamela, l’immigrazione uccide”.

«Uno striscione particolarmente odioso e vigliacco – scrive la Casa delle Donne – perché chi uccide le donne sono uomini punto e basta. Quello di Desirée è il femminicidio atroce di un’adolescente avvenuto al termine di uno stupro di gruppo. Un gruppo di uomini. Come hanno denunciato immediatamente le donne del movimento “Non una di meno”, i politici di turno accorrono come avvoltoi per strumentalizzare l’ennesima violenza, perpetrandone una nuova, su un corpo inerme che non può più parlare. Come ha denunciato con rabbia la mamma di Desiree: “Hanno abusato di lei da viva, stanno continuando a farlo anche da morta”. Diciamo basta alla stumentalizzazione dei corpi delle donne per fare propaganda razzista, per costruire e alimentare un clima di odio e di paura».

E così l’associazione femminista nel mirino delle forzanoviste ricorda alcuni dati a proposito della violenza di genere: «La violenza maschile sulle donne è in aumento, nel primo semestre del 2018 è già del 30 percento in più rispetto allo stesso periodo del 2017 e nell’85 percento dei casi, avviene all’interno delle mura domestiche perpetrata da mariti, compagni, ex, familiari. Ogni 60 ore avviene un femminicidio».

Il 10 novembre è in programma in Piazza Unità d’Italia a Ravenna, come in altre piazze italiane, una manifestazione per la giornata di mobilitazione nazionale contro il Ddl Pillon, «un disegno di legge che vorrebbe sovvertire il codice di famiglia del 1975 e riportarci indietro di almeno 50 anni. Sabato 24 novembre, giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne, saremo a Roma alla manifestazione nazionale promossa dal movimento “Non una di meno”».

Dopo la rivendicazione di Fn, sono arrivati numerosi attestati di solidarietà e parole di condanna da esponenti locali del mondo politico e della società civile. Anpi: « Chi lo ha scritto ha commesso una strumentalizzazione politica e un reato di ignoranza nei confronti del nostro Stato, della nostra Storia e non rappresenta la civile città di Ravenna. Va condannata questa speculazione vile e codarda costruita nel buio della notte». La consulta antifascista chiede l’urgente convocazione del Comitato Antifascista del Comune di Ravenna: «Ribadiamo la necessità di un confacente e tempestivo intervento delle autorità costituite e confermiamo solidarietà all’Associazione Libere Donne». Mdp parla di ipocrisia: «Non ci stupisce il modo di operare di queste associazioni e di Forza Nuova: infatti, in tutte le occasioni, i manifesti sono stati affissi di nascosto, in maniera vile e in spazi non autorizzati, con il chiaro intento di intimidire l’azione politica e culturale che le associazioni svolgono a tutela delle donne, di tutte le donne. Nel caso particolare di oggi, l’ipocrisia di Forza Nuova, si svela totalmente: infatti si specula, come sempre, sulla questione dei migranti per attaccare i diritti e le battaglie di ogni donna». Il segretario comunale del Pd di Ravenna, Marco Frati, è intervenuto: «Un atto vile tanto più perché rivolto alla Casa delle Donne che si occupa di parità e di contrasto alla violenza di genere. I neofascisti confermano, con la loro vigliaccheria, di essere estranei ai principi democratici, fomentando odio e intolleranza».