Federconsumatori tutela queste persone e stima che in totale dalla provincia di Ravenna siano stati comprati preziosi per un valore di due milioni di euro: «Ora va richiesta la restituzione delle pietre per dimostrarne il possesso e ottenere i rimborsi»
L’indagine milanese procede per i reati di truffa aggravata e autoriciclaggio e sono indagate una settantina di persone. Le società coinvolte sono la Intermarket Diamond Business di Milano (Idb, fallita) e la Diamond Private Investment di Roma (DPI). Le banche coinvolte sono il Banco Bpm, Banca Aletti, UniCredit, Intesa San Paolo e Monte dei Paschi. L’inchiesta, come sintetizza Il Post.it, si riferisce a fatti che vanno dal 2012 al 2016, quando le società Idb e Dpi avevano iniziato un’attività di vendita di diamanti attraverso alcune banche, come forma di investimento sicuro da speculazioni e oscillazioni di mercato. Ma il prezzo delle pietre, secondo la procura, sarebbe stato gonfiato proprio con la complicità delle banche, che agivano da intermediarie e che promuovevano quegli stessi investimenti ai loro correntisti.
«Non spetta certo a noi analizzare i risvolti penali di questa vicenda che coinvolge migliaia di piccoli risparmiatori – commenta ancora Fuschini – Federconsumatori è impegnata a far recuperare a tanti lavoratori e pensionati, che sono stati fuorviati, la maggior parte possibile dei loro risparmi. Fin da quando è sorto lo scandalo siamo stati praticamente l’unica associazione di consumatori della provincia a scendere in campo in difesa dei risparmiatori. Ora vi è un nuovo problema: occorre che i proprietari dei diamanti tuttora depositati in Intermarket ne ottengano la restituzione, inoltrando domanda alla curatrice del fallimento. Le banche che hanno promesso di restituire il capitale investito (Unicredit, Mps), o di corrispondere almeno un sostanzioso indennizzo (Banco Bpm), chiedono di verificare che i diamanti siano in possesso degli acquirenti. Invitiamo perciò tutti coloro che non hanno ancora ottenuto la restituzione dei diamanti a rivolgersi a Federconsumatori, per ottenere quanto è a loro dovuto».