Rubavano le batterie dei ripetitori e li rivendevano: perquisizioni anche a Ravenna

L’operazione è partita da Forlì e ha portato in carcere 14 persone. L’associazione per delinquere aveva ramificazioni in molte città italiane

VolantepoliziaRubavano le batterie dei ripetitori telefonici e li rivendevano a privati ed aziende. Una vasta operazione della polizia, coordinata dalla Procura di Forlì, ha portato all’arresto di 14 persone (nove ai domiciliari e cinque in carcere). Secondo quanto emerso, il gruppo – che aveva un mercato anche nel Burkina Faso – era specializzato nel sottrarre gli accumulatori che servono in caso di black out affinché i ripetitori continuino a funzionare. Alcune perquisizioni sono state fatte anche a Ravenna. Sarebbero infatti coinvolte alcune aziende che, in tutta Italia, acquistavano gli accumulatori di prevenienza illecita.

Circa 500 gli episodi di furto in un anno in diverse regioni del centro nord, con un danno stimato di 3,5 milioni di euro.  Una volta sottratti, gli accumulatori, il cui costo medio è di circa 300 euro, venivano acquistati da ditte della provincia di Forlì-Cesena, che, dopo aver compiuto operazioni di riciclaggio finalizzate ad occultarne la provenienza delittuosa, li reinserivano nel mercato lecito e li rivendevano ad un’altra ditta che, ignorandone l’origine delittuosa, li inviava ad una società piombifera in Spagna per l’estrazione del piombo; oppure gli accumulatori venivano acquistati da ricettatori originari del Burkina Faso residenti in Italia, i quali fungevano da collettori nel traffico internazionale tra l’Italia e l’Africa, e, a loro volta, li rivendevano in Burkina Faso dove venivano utilizzati per rifornire di energia elettrica le abitazioni civili.  Dodici dei 14 arrestati sono italiani, due gli originari del Burkina Faso. 

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