Truffa dei diamanti, 30 ravennati hanno investito 400mila euro tramite le banche

Federconsumatori tutela queste persone e stima che in totale dalla provincia di Ravenna siano stati comprati preziosi per un valore di due milioni di euro: «Ora va richiesta la restituzione delle pietre per dimostrarne il possesso e ottenere i rimborsi»

D7b1184f 5df3 4bbc B952 38f380f35dfb LargeTrenta persone della provincia di Ravenna sono difese da Federconsumatori nel tentativo di recuperare i circa 400mila euro investiti nei diamanti al centro dell’inchiesta condotta dalla procura di Milano per una presunta truffa che ha fatto vittime in tutta Italia e ha avuto una svolta ieri, 19 febbraio, quando la guardia di finanza ha eseguito il sequestro preventivo di disponibilità economiche in alcune banche per un valore di 700 milioni di euro. «Quotidianamente altri cittadini si rivolgono a noi per ottenere tutela – dice Vincenzo Fuschini, presidente provinciale dell’associazione collegata alla Cgil –. È logico pensare che i risparmiatori ingannati nel Ravennate abbiano investito in diamanti almeno due milioni di euro, considerando che alcuni hanno ritenuto di agire singolarmente».

L’indagine milanese procede per i reati di truffa aggravata e autoriciclaggio e sono indagate una settantina di persone. Le società coinvolte sono la Intermarket Diamond Business di Milano (Idb, fallita) e la Diamond Private Investment di Roma (DPI). Le banche coinvolte sono il Banco Bpm, Banca Aletti, UniCredit, Intesa San Paolo e Monte dei Paschi. L’inchiesta, come sintetizza Il Post.it, si riferisce a fatti che vanno dal 2012 al 2016, quando le società Idb e Dpi avevano iniziato un’attività di vendita di diamanti attraverso alcune banche, come forma di investimento sicuro da speculazioni e oscillazioni di mercato. Ma il prezzo delle pietre, secondo la procura, sarebbe stato gonfiato proprio con la complicità delle banche, che agivano da intermediarie e che promuovevano quegli stessi investimenti ai loro correntisti.

«Non spetta certo a noi analizzare i risvolti penali di questa vicenda che coinvolge migliaia di piccoli risparmiatori – commenta ancora Fuschini – Federconsumatori è impegnata a far recuperare a tanti lavoratori e pensionati, che sono stati fuorviati, la maggior parte possibile dei loro risparmi. Fin da quando è sorto lo scandalo siamo stati praticamente l’unica associazione di consumatori della provincia a scendere in campo in difesa dei risparmiatori. Ora vi è un nuovo problema: occorre che i proprietari dei diamanti tuttora depositati in Intermarket ne ottengano la restituzione, inoltrando domanda alla curatrice del fallimento. Le banche che hanno promesso di restituire il capitale investito (Unicredit, Mps), o di corrispondere almeno un sostanzioso indennizzo (Banco Bpm), chiedono di verificare che i diamanti siano in possesso degli acquirenti. Invitiamo perciò tutti coloro che non hanno ancora ottenuto la restituzione dei diamanti a rivolgersi a Federconsumatori, per ottenere quanto è a loro dovuto».

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