Il provvedimento eseguito dalle Fiamme Gialle dopo la condanna dell’imprenditore che emetteva fatture false
Il provvedimento di confisca è stato emesso dal Tribunale di Ravenna nell’ambito di un procedimento penale avviato dalla Procura della Repubblica di Ravenna a seguito di una verifica fiscale eseguita dalla Guardia di Finanza di Faenza nei confronti di una ditta individuale operante nel settore dell’abbigliamento. Nel corso dei controlli amministrativi, infatti, le Fiamme Gialle avevano rilevato come la ditta avesse fatto sistematicamente ricorso a fatture per operazioni inesistenti emesse da imprese compiacenti, per oltre un milione di euro, al fine di abbattere in modo fraudolento i redditi dichiarati ed evadere l’Iva.
Ulteriori indagini avevano anche consentito di appurare che, successivamente all’intervento dei Finanzieri, l’indagato, per sottrarre il proprio patrimonio aziendale e personale all’azione di accertamento per recuperare le imposte evase, aveva simulato la cessione della propria abitazione, un immobile indipendente di circa 300 metri quadri con giardino e del laboratorio aziendale, ad un soggetto apparentemente terzo, anch’egli di origine cinese, continuando tuttavia a risiedervi ed a proseguire l’attività imprenditoriale.
Sulla base di questi accertamenti, le Fiamme Gialle manfrede avevano denunciato il titolare della ditta per il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e la Procura della Repubblica di Ravenna aveva disposto il sequestro preventivo degli immobili che l’imprenditore aveva tentato di mettere al riparo dall’azione di riscossione.
Al termine del procedimento penale, l’imprenditore cinese è stato condannato alla pena di due anni di reclusione, con contestuale confisca dell’abitazione e del laboratorio artigianale sottoposti a sequestro, il cui valore complessivo di stima è di circa 700 mila euro.