La dipendente è agli ultimi giorni di quarantena a casa senza gravi sintomi, per i colleghi più a rischio è scattato il protocollo dell’Ausl. Cgil critica i ritardi dell’azienda: «Mascherine per il personale solo dall’11 marzo». Intanto cambiano le regole di consegna: non serve più la firma del destinatario
Dalla settimana scorsa Poste ha comunicato ai suoi dipendenti nuove disposizioni per il servizio di consegna postale. Per ridurre l’impiego del personale si è deciso di dare priorità solo al materiale urgente – «Un pacco di Amazon difficilmente verrà consegnato in fretta», sottolinea il sindacalista – e per ridurre il contatto tra persone è cambiata anche la modalità di consegna degli oggetti per cui è richiesta la firma: «Il postino suona il campanello e verifica che il destinatario sia in casa poi lascia la lettera nella buchetta e compila un modulo per attestare la procedura».
Tutto questo è quanto mai indispensabile anche perché in provincia di Ravenna solo oggi, 11 marzo, le Poste stanno iniziando la consegna dei presidi di protezione ai lavoratori: «Ci siamo arrivati anche dopo pressioni sindacali a tutti i livelli. Per ora stanno dando le mascherine, ma non ci sono guanti o gel igienizzante. L’azienda si è mossa tardi e quando l’ha fatto le scorte erano esaurite e i tempi si sono allungati».
La situazione riguarda ovviamente anche il personale agli sportelli, soprattutto in quegli uffici che non hanno più i vetri di separazione dal pubblico. Sono soprattutto queste le sedi dove si stanno riducendo gli orari di apertura: «Al momento non ci sono chiusure complete da nessuna parte in provincia – spiega Cornigli – ma non è escluso che arriveranno perché le cose sono in continua evoluzione. Per ora sappiamo che alcuni uffici che facevano il doppio turno sono passati all’apertura solo mattutine».