Lo studente morì in overdose, abbandonato dagli amici agonizzante in auto: alla sbarra l’amica che gli passò la dose, la zia della ragazza e una dottoressa dell’Ausl
Come si apprende dalla lettura del Resto del Carlino in edicola oggi, 10 luglio, il giudice per l’udienza preliminare ha rinviato a giudizio la 23enne Beatrice Marani di Lavezzola, la 68enne Cosetta Marani, zia della ragazza e già responsabile di settore formativo infermieristico all’Ausl di Imola e Monica Venturini, 64 anni, originaria di Alfonsine, medico psichiatra del Sert di Ravenna. Sulla base delle verifiche della polizia, le imputate devono rispondere a vario titolo e in concorso di falso, violazione della legge sugli stupefacenti e peculato (del metadone appunto). Nella stessa udienza, l’Ausl Romagna si è costituita parte civile nei confronti della dottoressa. Le difese avevano chiesto il non luogo procedere.
L’accusa ritiene che fosse in piedi un favoritismo illegale per la giovane il cui nome non figurava negli archivi del Sert dove invece ogni consumatore di metadone viene schedato per regolare le dosi concesse. Dal novembre 2016 e fino all’11 aprile 2017, la notte in cui la ragazza passò la dose letale a Ballardini, la 23enne avrebbe gestito tra le 480 e le 960 dosi.
Per la morte sono già arrivate le condanne per omicidio.