Manifestazione ordinata in piazza del Popolo a Ravenna contro il nuovo Dpcm: poco distanziamento ma tante mascherine. Prima parlano le attività sportive e i ristoratori, frustrati dalle limitazioni improvvise dopo aver modificato strutture e procedure. Poi al megafono prende parola chiunque
Ma anche tanta improvvisazione. Che dopo la prima mezz’ora ha finito per dare parola, di fatto, a chiunque passasse dalla piazza e avesse voglia di dire la sua. E non necessariamente solo sul Dpcm: “perché siamo in democrazia”, anche se poi negli interventi in molti hanno parlato di dittatura già presente. Per un’ora buona le divagazioni fuori tema sono state numerose: l’inutilità dell’app Immuni, la merda che mettono nei vaccini, il “non possono obbligarci a usare la mascherina”, i soldi buttati nei monopattini invece che nelle terapie intensive, gli inutili banchi con le rotelle, il reddito di cittadinanza che diventerà strumento per controllare le persone, basta acquisti online, abbiamo in corpo una quantità di virus pari a 10 alla quattordicesima. Di tutto, di più. Spesso con una premessa chiara ad aprire ogni intervento: “Non sono negazionista e/o complottista ma”.
Poco dopo le 18.20 il gruppo delle associazioni organizzate ha annunciato la conclusione dell’iniziativa e l’invito a lasciare la piazza. E infatti striscioni e cartelli con i nomi delle realtà locali sono spariti. Ma il megafono è rimasto lì e lo stesso hanno fatto molte persone, per lo più semplici cittadini come l’autista di uno scuolabus che non andavano in piazza dai tempi della guerra in Kosovo. Ma anche altri imprenditori come il titolare di un pub con un manichino trafitto pugnalato da bollette, mutuo, tasse: “Perché se ti fai autorizzare allora che protesta è?”. E, come detto, è stato il liberi tutti. Con qualche tentativo (andato a vuoto) di invitare il sindaco a uscire dal municipio, con le critiche ai giornalisti che nelle cronache “ci chiameranno negazionisti”. Con la rabbia accumulata da mesi di sofferenza da parte di chi fatica a capire i criteri con cui le decisioni piombano dall’alto e vengono spiegate poco.
Il sindaco Michele de Pascale non è sceso in piazza ma, insieme al vicesindaco Eugenio Fusignani e agli assessori Giacomo Costantini e Roberto Fagnani, ha accolto in municipio una delegazione degli organizzatori e dei rappresentanti delle quattro associazioni di categoria dell’artigianato e del commercio. Il primo cittadino ha espresso piena vicinanza alle imprese colpite dai provvedimenti entrati in vigore, «assicurando che l’amministrazione metterà in campo tutte le misure di sostegno possibili e che non verranno lasciate sole». Il sindaco ha anche sottolineato l’importanza di impegnarsi a tutti i livelli nei confronti del Governo nella direzione di definire norme diverse, che differenzino tra chi rispetta le regole e si è adattato ai protocolli e chi invece non l’ha fatto.