Annullato l’imbarco di esplosivi diretti a Israele, revocato lo sciopero al porto

Il 3 giugno è previsto l’attracco di una nave diretta a Ashdod. Un’agenzia marittima si muove per spedire un container che potrebbe contenere armi poi rinuncia. I sindacati annunciano il fermo poi lo cancellano

Tcr ContainerI lavoratori della Compagnia portuale di Ravenna e della Tcr, società del gruppo Sapir che ha in gestione il terminal container, hanno proclamato uno sciopero per il 3 giugno che avrebbe riguardato in via esclusiva le operazioni di banchina e le pratiche amministrative per l’imbarco di materiale bellico destinato alle parti in causa nel conflitto tra Israele e Palestina. Due ore dopo l’annuncio, una volta saputo che non è più prevista quella spedizione, lo sciopero è stato revocato.

Il 3 giugno attraccherà alle banchine Tcr la nave Asiatic Liberty dell’armatore Zim diretta al porto israeliano di Ashdod, una toccata definita dal calendario delle rotte e che si terrà in ogni caso.

La decisione dello sciopero – comunicata dai sindacati di categoria Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti – era arrivata dopo aver saputo che un’agenzia di spedizioni marittime stava prendendo in considerazione l’uso di quel viaggio per spedire un container Imo 1.4D (classificazione internazionale che fa riferimento agli esplosivi e quindi include anche armi da guerra o loro componenti ma non solo).

L’annuncio dello sciopero è stato diffuso ufficialmente dai sindacati nel primo pomeriggio di oggi, 25 maggio, ma R&D apprende da fonti qualificate che già nella mattinata l’agenzia di spedizioni aveva comunicato alla Tcr l’intenzione di rinunciare all’imbarco. Non sono state fornite motivazioni particolari. Non si può escludere che la rinuncia sia arrivata di fronte al clima di protesta montato tra le maestranze locali. Allo stesso modo non è da escludere che la stessa agenzia possa utilizzare uno dei prossimi collegamenti via mare con lo Stato ebraico: oltre che Ashdod, anche Haifa è collegata abitualmente con Ravenna.

Il container in questione attualmente si trova nel nord Italia. Le merci con quella classificazione Adr non possono essere stoccate al porto di Ravenna. La procedura quindi prevede che il container arrivi scortato via terra solo quando la nave è in banchina e si proceda al carico diretto con le gru in una parte della nave idonea al tipo di merce.

Il 3 giugno, all’ora prevista per l’arrivo del container, i lavoratori della Cooperativa Portuale e della Tcr avrebbero organizzato un presidio di protesta nel parcheggio antistante l’ingresso dello stesso terminal. Anche questo è stato annullato. Nei giorni scorsi sulla vicenda era intervenuta anche la Sapir: il terminalista a maggioranza pubblica controlla il 30 percento della Tcr.

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