Udienza 2 / In corte d’assise i dettagli delle indagini su messaggi e vocali scambiati fra l’ex marito della vittima e il sicario reo confesso. L’auto del killer era a Faenza 45 minuti prima del delitto
“Valigia buco chiavi”. Le tre parole sono in un promemoria del 10 ottobre 2020 sul telefonino di Claudio Nanni e per la procura di Ravenna assomigliano tanto a un indizio della premeditazione per uccidere l’ex moglie Ilenia Fabbri. Ne ha parlato il dirigente della squadra mobile di Ravenna, Claudio Cagnini, che ha coordinato le indagini sul delitto di Faenza e ieri, 21 ottobre 2021, è stato ascoltato in corte d’assise al processo che vede alla sbarra Nanni e Pierluigi Barbieri, inquadrati rispettivamente come mandante e killer con un movente economico.
Quattro mesi dopo quel promemoria, la 46enne è stata ammazzata in casa da un sicario. Barbieri ha confessato e le sue parole danno un senso al promemoria “Valigia buco chiavi”. Il sicario dice di aver ricevuto una copia delle chiavi per entrare nell’abitazione e ha fatto ritrovare nel ripostiglio dell’officina di Nanni due taniche di acido solforico, una vanga e una valigia. Una volta sciolto, avrebbero messo il cadavere nel trolley per interrarlo in una buca già pronta vicino a un pilone della ferrovia, individuata dagli investigatori grazie alle indicazioni disegnate da Barbieri su un foglio durante l’interrogatorio del 17 marzo 2021. Insomma in quella buca già pronta – larga un metro per 40 cm e profonda 50 cm come le dimensioni della valigia – ora sembra cadere la versione di Nanni secondo cui l’incarico a Barbieri non era di uccidere ma solo di minacciare l’ex compagna che gli chiedeva 500mila euro in una causa di lavoro e avrebbe avuto la casa nella spartizione dei beni con la separazione. A che serviva la buca se la donna non doveva morire?
Il 10 dicembre 2020 Nanni invia un vocale in cui si lamenta della noia in quarantena per il Covid e chiude l’audio dicendo «dai, una volta che esco facciamo tutte le cose da fare». Parla rivolgendosi a un certo “Pier”. Nella rubrica c’è un “Pier Bar” ed è il numero in uso a Barbieri che ha dei precedenti specifici: a febbraio 2020 ha pestato un disabile a Predappio partecipando a una spedizione punitiva per un mancato pagamento. A quel punto c’è un sospettato e gli inquirenti si mettono al lavoro per individuare altri punti in comune tra Nanni e Barbieri.
Ad esempio non sfugge che i loro cellulari sono collegati alla stessa cella telefonica di Rubiera, in provincia di Reggio Emilia dove vive Barbieri, il 9 ottobre 2020 e il giorno dopo Nanni si farà quell’appunto di tre parole. E l’auto in uso al killer reo confesso, una Toyota Yaris intestata alla compagna, viene ripresa dalle telecamere cittadine di Faenza il 20 e il 29 gennaio e alle 5.16 del 6 febbraio. E appare singolare che da agosto 2020, quando Barbieri esce dal carcere dove era stato in custodia cautelare per il pestaggio di Predappio, ci sono 38 contatti telefonici fra i due di cui quattro nel gennaio 2021 (i giorni 9, 19, 20 e 29) ma dopo il giorno del delitto non ce ne saranno più. Quel 6 febbraio il telefonino di Barbieri è collegato a Rubier fino alle 3.03, alle 3.58 si aggancia a Bologna e poi si spegne per agganciare di nuovo Ruberia alle 10.35.