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    Categoria: cronaca

“Valigia buco chiavi”: un promemoria sul telefono di Nanni prova la premeditazione?

Claudio Cagnini, dirigente della squadra mobile della questura di Ravenna

Udienza 2 / In corte d’assise i dettagli delle indagini su messaggi e vocali scambiati fra l’ex marito della vittima e il sicario reo confesso. L’auto del killer era a Faenza 45 minuti prima del delitto

Pierluigi Barbieri, reo confesso dell’omicidio di Ilenia Fabbri a Faenza il 6 febbraio 2021

“Valigia buco chiavi”. Le tre parole sono in un promemoria del 10 ottobre 2020 sul telefonino di Claudio Nanni e per la procura di Ravenna assomigliano tanto a un indizio della premeditazione per uccidere l’ex moglie Ilenia Fabbri. Ne ha parlato il dirigente della squadra mobile di Ravenna, Claudio Cagnini, che ha coordinato le indagini sul delitto di Faenza e ieri, 21 ottobre 2021, è stato ascoltato in corte d’assise al processo che vede alla sbarra Nanni e Pierluigi Barbieri, inquadrati rispettivamente come mandante e killer con un movente economico.

Quattro mesi dopo quel promemoria, la 46enne è stata ammazzata in casa da un sicario. Barbieri ha confessato e le sue parole danno un senso al promemoria “Valigia buco chiavi”. Il sicario dice di aver ricevuto una copia delle chiavi per entrare nell’abitazione e ha fatto ritrovare nel ripostiglio dell’officina di Nanni due taniche di acido solforico, una vanga e una valigia. Una volta sciolto, avrebbero messo il cadavere nel trolley per interrarlo in una buca già pronta vicino a un pilone della ferrovia, individuata dagli investigatori grazie alle indicazioni disegnate da Barbieri su un foglio durante l’interrogatorio del 17 marzo 2021. Insomma in quella buca già pronta – larga un metro per 40 cm e profonda 50 cm come le dimensioni della valigia – ora sembra cadere la versione di Nanni secondo cui l’incarico a Barbieri non era di uccidere ma solo di minacciare l’ex compagna che gli chiedeva 500mila euro in una causa di lavoro e avrebbe avuto la casa nella spartizione dei beni con la separazione. A che serviva la buca se la donna non doveva morire?

Sulle informazioni estrapolate dallo smartphone dell’imputato si è soffermato a lungo Cagnini, interrogato dal pm Angela Scorza nella seconda udienza. Oltre al file audio registrato mentre Nanni era in auto con la figlia Arianna la mattina dell’omicidio, di particolare utilità per le indagini è stato il setaccio di tutta la messaggistica già contenuta (testi e vocali), recuperata nelle prime ore dopo il delitto (tre giorni dopo il telefono si presentava svuotato). Perché se la casa non aveva segni di effrazione, se all’interno non c’erano segni di un furto, se l’omicidio si è consumato in una manciata di minuti (alle 6 la figlia esce di casa, alle 6.08 la figlia riceve la chiamata dalla fidanzata che in casa sente trambusto e vede un uomo per le scale, alle 6.15-20 arriva la volante della polizia e trova il cadavere), allora il killer era qualcuno nei pressi dell’abitazione e doveva avere collegamenti con la famiglia.

Il 10 dicembre 2020 Nanni invia un vocale in cui si lamenta della noia in quarantena per il Covid e chiude l’audio dicendo «dai, una volta che esco facciamo tutte le cose da fare». Parla rivolgendosi a un certo “Pier”. Nella rubrica c’è un “Pier Bar” ed è il numero in uso a Barbieri che ha dei precedenti specifici: a febbraio 2020 ha pestato un disabile a Predappio partecipando a una spedizione punitiva per un mancato pagamento. A quel punto c’è un sospettato e gli inquirenti si mettono al lavoro per individuare altri punti in comune tra Nanni e Barbieri.

L’aula di corte d’assise a Ravenna durante il processo per l’omicidio di Ilenia Fabbri

Ad esempio non sfugge che i loro cellulari sono collegati alla stessa cella telefonica di Rubiera, in provincia di Reggio Emilia dove vive Barbieri, il 9 ottobre 2020 e il giorno dopo Nanni si farà quell’appunto di tre parole. E l’auto in uso al killer reo confesso, una Toyota Yaris intestata alla compagna, viene ripresa dalle telecamere cittadine di Faenza il 20 e il 29 gennaio e alle 5.16 del 6 febbraio. E appare singolare che da agosto 2020, quando Barbieri esce dal carcere dove era stato in custodia cautelare per il pestaggio di Predappio, ci sono 38 contatti telefonici fra i due di cui quattro nel gennaio 2021 (i giorni 9, 19, 20 e 29) ma dopo il giorno del delitto non ce ne saranno più. Quel 6 febbraio il telefonino di Barbieri è collegato a Rubier fino alle 3.03, alle 3.58 si aggancia a Bologna e poi si spegne per agganciare di nuovo Ruberia alle 10.35.