Udienza 5 / I resoconti degli agenti della polizia scientifica che hanno fatto i sopralluoghi nell’abitazione di via Corbara dove il 6 febbraio 2021 la 46enne è stata uccisa da Pierluigi Barbieri
Il primo assalto a mani nude nella camera da letto al primo piano, la coltellata mortale alla gola nel seminterrato. Un’aggressione durata meno di 15 minuti giù per le scale. Una discesa verso gli inferi senza scampo, prima inseguita e poi trascinata dal killer. Il teatro dell’omicidio di Ilenia Fabbri, l’abitazione della 46enne in via Corbara a Faenza dove ha perso la vita il 6 febbraio 2021, è arrivato in tribunale oggi, 18 novembre, dove si è celebrata la quinta udienza del processo. Gli imputati sono Claudio Nanni e Pierluigi Barbieri, rispettivamente l’ex marito di 54 anni e un suo amico di 53, inquadrati dalla procura come mandante e sicario. Il secondo è reo confesso, il primo dice che aveva chiesto solo di spaventarla per mettere fine alle richieste economiche dopo la separazione di luglio 2020.
Al banco dei testimoni in corte d’assise si sono alternati diversi poliziotti, del commissariato faentino e della Scientifica di Bologna, per illustrare come si presentava la scena del crimine. Più di uno i sopralluoghi per catalogare tracce e reperti. Inevitabile la proiezione delle immagini che mostra il cadavere della donna così come è stato ritrovato, a terra di schiena a braccia spalancate in una pozza di sangue con la gola tagliata. La figlia della donna, parte civile, ha chiesto di procedere a porte chiuse, circostanza non applicabile se non per altri reati a sfondo sessuale: Arianna Nanni allora ha scelto di andare contro l’invito della sua avvocata ed è rimasta in aula, rivivendo sullo schermo quello che aveva già visto di persona la mattina di nove mesi fa. «Per humana pietas che dobbiamo al ricordo della vittima – ha detto il presidente della corte Michele Leoni – chiedo ai giornalisti di non riprendere le immagini della vittima».
L’aggressione, come già appreso da precedenti deposizioni degli investigatori, è cominciata un paio di minuti prima delle 6: la figlia era appena uscita di casa – per salire sull’auto del padre che l’attendeva in strada – e aveva lasciato la madre nella camera matrimoniale. Lì i segni della prima colluttazione: cuscini e coperte quasi a terra dal lato opposto alla porta di entrata e il materasso leggermente spostato rispetto alla rete nella stessa direzione. «L’immagine è suggestiva di una spinta violenta da parte di qualcuno proveniente dalla porta», ha spiegato l’agente di polizia Alessandro Stradiotti.
Nella prima rampa di scale si trovano tracce di sangue. Macchie da gocciolamento: la donna è stata già ferita e sanguina ma ancora sta scappando sulle sue gambe e sta scendendo probabilmente per uscire di casa. L’ha confermato anche la deposizione della fidanzata di Arianna all’epoca dei fatti, rimasta nell’altra camera da letto: sentendo rumori aveva aperto la porta e aveva fatto in tempo a vedere di spalle un uomo robusto che rincorreva Ilenia scendendo le scale.
Nel salotto al piano terra la violenza di Barbieri aumenta. Sul pavimento c’è un orecchino con il suo perno, una ciocca di capelli, a poca distanza dal divano ancora sangue sul pavimento. Nella seconda rampa che scende nel seminterratto le tracce ematiche diventano più simili a strisciature, forse per effetto di un parziale trascinamento. Anche grazie all’uso della luce forense è stato possibile fotografare i segni. Nella tavernetta al piano più basso l’epilogo già descritto sommariamente. Nel lavandino un coltello da cucina con il manico verde, l’arma del delitto. L’avevano usato Arianna e la fidanzata per fare dei dolci la sera prima.
Il sostituto commissario Andrea Linguerri, del commissariato di Faenza, ha testimoniato anche a proposito del presunto piano per l’occultamento del cadavere. Vicino a un pilone di un ponte nel letto del fiume Lamone a Faenza è stata trovata – su indicazione di Barbieri – una buca di una dimensione idonea ad accogliere una delle due valigie nel ripostiglio dell’officina di Nanni in via Forlivese. Due trolley, in uno una vanga. A terra due bottiglie di acido. Il sicario ha svelato il piano: rendere irriconoscibile il cadavere con il liquido, chiuderlo nella borsa e seppellirlo. «Ilenia Fabbri era alta un metro e 55, poteva essere nascosta in quella buca».