L’associazione ambientalista fa il conto del tempo trascorso da quando il mercantile turco si spezzò durante le operazioni di demolizione: 1.500 giorni
Italia Nostra, associazione rappresentata sul territorio in particolare dall’ex grillina Francesca Santarella, si chiede perché fu concessionata quella banchina, «quando in Italia un unico cantiere è autorizzato a termini di legge ad effettuare demolizioni navali, ed un altro, Pim di Piombino, lo è diventato grazie a questa vicenda».
Gli ambientalisti ringraziano tutti coloro che non si sono voltati dall’altra parte: «Cittadini, associazioni, esperti che a vario titolo si sono offerti, il Ministero della Transizione Ecologica ed in particolare il Comandante del RAM Ammiraglio Caligiore giunto a Ravenna per verificare i lavori dal punto di vista ambientale, qualche raro politico, e tutti coloro che hanno lavorato, in mezzo a decine di incompetenti, attorno al relitto, per la buona riuscita di questa difficilissima e pericolosa impresa resa quasi impossibile dalla negligenza ed incapacità di altri».
Nel porto di Ravenna, per la precisione nel Piomboni, rimangono ancora cinque relitti abbandonati.