La Cassazione ha assolto l’imprenditore Antonello Ieffi dall’accusa di turbativa d’asta nell’ambito di un’inchiesta della procura di Roma su un lotto di gara Consip da 15,8 milioni euro per l’acquisto e la fornitura di 3 milioni di mascherine mai arrivate in Italia. Ieffi, arrestato in pieno lockdown nazionale e scarcerato dopo un mese, era stato condannato in primo grado per la turbativa d’asta, ma assolto per l’altro capo di imputazione: l’inadempimento nelle pubbliche forniture. Come nel secondo grado. Ora la Suprema corte ha annullato senza rinvio “perché il fatto non sussiste”.
La notizia dell’arresto di Ieffi nel 2020 interessò anche le cronache locali ravennati perché l’imprenditore era stato rinviato a giudizio per traffico di influenze illecite per aver chiesto 50mila euro a un’azienda romana per farle avere una concessione demaniale a Cervia attraverso la millantata capacità di corruzione di funzionari del Comune che erano all’oscuro di tutto. I fatti cervesi risalgono al 2018. All’udienza dello scorso 15 ottobre sono stati sentiti alcuni testi già citati ed è stata disposta l’escussione d’ufficio di un ulteriore teste. Prossima udienza il 23 marzo.
Per quanto riguarda invece la vicenda delle mascherine, l’avvocato Carlo Bonzano esprime «ampia soddisfazione personale e professionale per avere la Suprema Corte integralmente accolto i motivi di ricorso proposti e avendo peraltro assunto solo da ultimo la difesa di Ieffi proprio nel giudizio di legittimità». La procura in primo grado aveva chiesto 5 anni di carcere.