Videochiamata salvavita: il 118 vede attraverso il telefonino di chi chiede aiuto

Le esigenze della pandemia hanno portato a sperimentare nuove soluzioni ora inserite nei sistemi della centrale operativa (3,5 milioni di euro all’annno per la gestione della struttura). Il servizio di soccorso compie 30 anni: il 26-27 marzo open day per i cittadini in viale Randi a Ravenna. Nel 2021 in Romagna ricevute in totale 200mila chiamate: l’ambulanza è partita 130mila volte, l’elicottero è decollato 700 volte (un’ora di volo costa 1.500 euro)

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Un operatore della centrale 118 a Ravenna

Negli anni ’90 una telefonata ti allungava la vita nello spot della Sip (antenata della Tim), trent’anni dopo è una videochiamata che può salvarti la vita per davvero. Il 118 della Romagna, che ha la sua unica centrale operativa a Ravenna in viale Randi, ha inserito nelle procedure di gestione delle emergenze la possibilità di attivare la telecamera del telefonino di chi chiama per la richiesta di soccorso in modo che l’operatore in linea possa avere una visione della scena sul proprio schermo e condividerla con un medico dell’ospedale mentre l’ambulanza viaggia a sirene spiegate. Non serve nessuna applicazione installata sullo smartphone: se si fornisce il consenso, si riceve un sms classico, di quelli che si usavano prima di Whatsapp, e c’è un link da cliccare per avviare la trasmissione della videocamera.

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Maurizio Menarini, responsabile della centrale operativa 118 Romagna Soccorso a Ravenna

«È un servizio che abbiamo iniziato a sperimentare con la pandemia per migliorare l’assistenza a distanza – spiega Maurizio Menarini, coordinatore della centrale operativa –. I risultati ottenuti sono stati soddisfacenti e ora è stato inserito in maniera strutturale nei sistemi informatici sui computer degli operatori. Si è rivelata una funzione molto utile anche di recente nel caso di un bambino che stava rischiando un soffocamento per una crisi epilettica». La forza del collegamento sta soprattutto nella possibilità di mostrare le immagini anche a un medico in ospedale: «Si possono fare chiamate a tre e così possiamo dare indicazioni utili a chi è sul posto per iniziare le manovre di soccorso. Stiamo raccogliendo dati su questo aspetto e vediamo che anche solo iniziare il massaggio cardiaco prima dell’ambulanza alza moltissimo le percentuali di sopravvivenza».

IMG 7876È un esempio pratico di come si è evoluta – sfruttando le potenzialità offerte dalle tecnologie ormai in mano a tutti – la macchina del soccorso 118 che compie trent’anni: il 27 marzo del 1992 veniva istituito da un decreto del presidente della Repubblica, dando una conformazione ad alcune iniziative che nella sanità dell’Emilia-Romagna erano cominciate in modo spontaneo dopo la strage di Bologna nel 1980. In occasione del trentennale del 118, nelle giornate di sabato 26 e domenica 27 marzo è in programma un open day della centrale operativa di viale Randi: il personale farà da guida ai cittadini per mostrare come si svolge l’attività e come lavora l’equipaggio dell’elicottero (per le visite non serve prenotazione, basta presentarsi all’ingresso dalle 9 alle 18 muniti di green pass).

Infermiere Ambulanza DonazioneIl 118 in Romagna oggi conta 43 ambulanze, 12 automedicalizzate (chiamate anche mike in gergo) e un elicottero (servizio attivo da 35 anni). Ma la differenza rispetto ad altri territori è data dalla scelta del personale impiegato: medici sulle mike (circa cento che ruotano nei turni con i reparti di pronto soccorso) e infermieri sulle ambulanze (340 in totale), a cui si sommano 290 autisti. Una squadra di quasi settecento persone, dipendenti dell’Ausl nel 90 percento dei casi. In molte altre parti d’Italia le aziende sanitarie hanno scelto l’altra possibilità concessa dalla convenzione regionale: sulle ambulanze stanno soccorritori, volontari o dipendenti di associazioni, che hanno solo una formazione sufficiente per le basilari manovre e quindi le auto con medico a bordo viaggiano maggiormente. «Se il primo che arriva è un infermiere – spiega Menarini – il livello di assistenza è già elevato. Questo ci consente degli standard di prestazione importanti». Il direttore generale dell’Ausl Romagna, Tiziano Carradori, spinge per rivedere le mansioni permesse agli infermieri: «Credo che sia arrivato il tempo di ampliare l’elenco di cosa può svolgere una figura qualificata come un infermiere».

4Nel 2021 il telefono del 118 in viale Randi ha squillato duecentomila volte (la provenienza delle chiamate è distribuita in parti quasi uguali tra le tre province). In 130mila casi è partita un’ambulanza (il 30 percento erano traumi): il 17 percento degli interventi è stato assegnato dalla centrale con il codice rosso e diecimila volte è stato inviato anche il medico. Il 75 percento dei codici rossi ha visto passare al massimo 15-16 minuti tra la telefonata e l’arrivo sul posto del primo mezzo (il protocollo regionale chiede che sia sotto ai 18 minuti). Gli interventi conclusi con il trasporto in ospedale del paziente sono stati 107mila. L’elicottero è decollato circa 700 volte (può operare nell’intervallo che va da mezz’ora prima dell’alba a mezz’ora dopo il tramonto): viene utilizzato per i casi più critici o per coprire zone del territorio lontane dalle strutture sanitarie (un’ora di volo costa 1.400-1.500 euro). Nella primavera 2023 è attesa l’entrata in servizio di un nuovo velivolo dotato di verricello. La gestione della centrale operativa costa 3,5 milioni di euro.

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