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    Categoria: cronaca

Perdite per 130mila euro l’anno: 96 iscritti sono pochi, chiude una scuola paritaria

A giugno finirà l’esperienza della “Maria Ausiliatrice” con nido, materna e elementari. Da sei anni è gestita dal Consorzio Solco. Il Comune: «Per chi è nell’età dell’obbligo scolastico ci sarà posto nel pubblico, ma affiancheremo le famiglie per riuscire a offrire una possibilità di scelta». Al momento mancano posti per la fascia 0-3 anni

Il cortile della scuola Maria Ausiliatrice a Lugo

Il prossimo anno scolastico a Lugo ci sarà una scuola in meno. A settembre non riaprirà la paritaria cattolica “Maria Ausiliatrice” di via Torres: nido, materna e elementari con un centinaio di iscritti in totale (retta annuale di 145 euro). Dal 2016 la gestione è del Consorzio Solco tramite la cooperativa Progetto Crescita.

Le scuole paritarie sono a tutti gli effetti private ma svolgono un servizio pubblico e sono inserite nel sistema nazionale di istruzione. Il riconoscimento della parità garantisce l’equiparazione dei diritti e dei doveri degli studenti, le medesime modalità di svolgimento degli esami di Stato e l’abilitazione a rilasciare titoli di studio aventi lo stesso valore legale delle scuole statali.

La ragione della chiusura sta nei numeri. L’ultimo anno gestito dalle suore della congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice c’erano 150 iscritti e la perdita fu di circa 40-50mila euro. Un passivo che portò le religiose ad annunciare l’intenzione di chiudere. Il Solco subentrò per tentare il salvataggio. Nel 2021 la cifra della perdita è arrivata a 130-140mila euro e la previsione per il 2022 è ancora più rossa. «Per il pareggio servirebbero 170 iscritti – afferma un rammaricato Giacomo Vici, direttore del Solco –. Con questi numeri non è possibile proseguire. Bisogna ricordare che abbiamo investito anche 350mila euro per la riqualificazione dell’immobile e delle strumentazioni. Stavamo intaccando il capitale della cooperativa e non potevamo permetterlo per la tutela di tutti i soci e lavoratori».

La crescita della perdita può trovare una delle ragioni nella graduale uscita di scena delle religiose più anziane, non sostituite da altre per la nota crisi delle vocazioni. «La sostituzione delle suore con altro personale laico comporta costi maggiori – spiega Vici – e ha un effetto anche sulle iscrizioni perché per alcune famiglie la presenza di un velo è uno dei motivi di adesione». Ma Vici allarga il ragionamento: «Pensavamo che riqualificare gli spazi, migliorare l’offerta didattica con più inglese e informatica potesse essere un motivo di attrazione degli iscritti. Abbiamo fatto iniziative di promozione ma non è bastato e forse ha inciso anche la pandemia con meno famiglie disposte a pagare la retta per una paritaria».

La situazione è chiara da fine gennaio, quando si è chiuso il termine per le iscrizioni. Ma prima della drastica decisione della chiusura si è tentato di trovare un nuovo gestore in un percorso a cui ha collaborato anche il Comune, non coinvolto in maniera diretta ma comunque consapevole della delicatezza della vicenda: «A quel tempo – riconosce Vici – non abbiamo reso nota la situazione perché contavamo di mantenere in vita la scuola e per esperienza temevamo un fuggi-fuggi delle iscrizioni a fronte di un annuncio di quel tipo. Ci dispiace per la tempistica ma non si poteva fare altrimenti per sperare in un mantenimento della realtà».

Ora c’è quindi un centinaio di famiglie che aveva fatto una scelta per l’istruzione dei figli (a tutti entro metà maggio sarà restituita la retta già pagata) e dovrà ora trovare un piano B. Di questo si è parlato in una riunione che si è svolta il 12 aprile con le famiglie e i rappresentanti dell’istituto. C’era anche l’assessore comunale alla scuola, Luigi Pezzi: «Per chi è in età dell’obbligo non c’è rischio di “restare a piedi” perché la legge garantisce a tutti l’istruzione nelle strutture pubbliche. La vicenda “Maria Ausiliatrice non riguarda direttamente il Comune ma accade sul nostro territorio e non possiamo fare finta di niente. La volontà del Comune è quella di affiancare le famiglie per riuscire a offrire comunque una possibilità di scelta. Discorso diverso per la decina di iscritti al nido: non esiste una soluzione nel pubblico e le altre strutture private del territorio sembrano al completo. Ci stiamo lavorando». Una soluzione ad hoc sembra farsi strada per le future classi quarta e quinta: «Visto che sono a fine ciclo – spiegano sia Pezzi e sia Vici – vorremmo mantenere i gruppi interi. Una possibilità è quella che vengano trasferite in blocco alla “San Giuseppe”».

La “Maria Ausiliatrice” fa parte della Fism (che accoglie il 30 percento della popolazione scolastica lughese). Quest’ultima a novembre ha firmato con il Comune il rinnovo di una convenzione onerosa che prevede un contributo dalla Rocca di 2,8 milioni di euro spalmati in cinque anni (cifra che viene ripartita fra tutte le Fism del territorio). «Questo non prevede obblighi di mantenere attivo il servizio – spiega Pezzi –. Per quanto paritaria, per ragioni di riconoscimento del titolo di studio, si tratta pur sempre di un servizio fornito da un privato. Però di solito la prassi è quella di andare a esaurimento in maniera graduale, smettendo un’annata dopo l’altra». Un percorso che il Solco ritiene non percorribile con le cifre di perdita raggiunte.

L’ultimo capitolo riguarda il personale, una decina di persone assunte (di cui 7 a tempo indeterminato) tra educatrici e insegnanti. Alcuni hanno già espresso la volontà di entrare nelle graduatorie del ministero. Per gli altri si sta cercando una collocazione in altre paritarie del territorio oppure in altre posizione della cooperativa.

Infine la questione sul futuro di quell’immobile in via Torres. Circolano voci di una conversione in struttura per anziani. Dal Consorzio Solco precisano quanto segue: «Non è nei nostri piani avviare un’attività di altro tipo in quegli spazi perché l’immobile non è di nostra proprietà ma appartiene alle religiose e da loro lo avevamo in comodato gratuito. Lo restituiremo e poi cosa ne sarà non spetterà a noi deciderlo».