La maggior parte dei 30mila della prima giornata del Jova Beach Party ha scelto di camminare fino ai parcheggi, chi ha voluto usare il servizio organizzato dal Comune con l’azienda pubblica Start si è trovato in una folla che rallentava anche il transito dei veicoli stessi e faticava ad avere informazioni sulle linee. La polizia ha gestito la scena per evitare il caos
La criticità maggiore si è manifestata all’angolo tra viale delle Nazioni e via Menotti, il primo punto di carico che trovava chi veniva dall’area dello show a ridosso della diga foranea (nel tratto di arenile di fronte ai bagni One Beach, Ulisse, Luana, Mokambo). Una calca di diverse centinaia di persone ha finito per occupare quasi l’intera carreggiata di fronte al ristorante “I pescatori” – poche transenne che non incanalavano le persone e non creavano file per garantire il rispetto dell’ordine di arrivo – finendo per ostacolare il passaggio delle stesse navette. Con scene da assalto alla diligenza all’arrivo dei bus. Solo alle 2 del mattino i mezzi hanno liberato l’area prendendo a bordo le ultime persone in attesa.
Tra l’1 e le 2 sono transitati cinque autobus, ma non a intervalli regolari e alcuni arrivati già pieni dal Marchesato. Per un frangente hanno monitorato la situazione in prima persona anche il sindaco Michele de Pascale, l’assessore Gianandrea Baroncini e il dirigente comunale Massimo Camprini. Secondo quanto appreso sul posto, la causa principale sarebbe stata la coda di auto in uscita dal parcheggio del Marchesato in cui si sono imbottigliati anche i bus finendo per rallentare la frequenza dei passaggi. Per la serata di oggi sono previsti aggiustamenti all’organizzazione del servizio con una diversa dislocazione delle fermate dopo il concerto.
Ma per tanti la destinazione era invece Punta Marina o il centro di Ravenna. E quello che ancora di più ha creato i disagi maggiori e l’agitazione tra la folla – palesi per chi ha assistito alla scena – è stata la difficoltà nell’orientarsi tra i nomi dei parcheggi e delle vie, i numeri delle linee e gli orari dei mezzi.
Nel ruolo di quelli chiamati a rispondere alle raffiche di domande confuse su quale bus prendere per andare a vattelapesca – ma anche a incassare una ingiustificata gragnuola di insulti e critiche – si sono ritrovati loro malgrado una decina di poliziotti di una squadra coordinata dalla questura di Ravenna che ha finito per fare un servizio quasi da guida turistica dispensando consigli e tollerando qualche parola di troppo, prima che la situazione diventasse un problema di ordine pubblico. Solamente nelle battute finali si è aggiunto un operatore di Start Romagna che al cellulare ha raccolto informazioni e impartito disposizioni agli autisti di passaggio.