Adeguare una piattaforma in mare al largo di Ravenna per l’ormeggio di un rigassificatore e la realizzazione di un metanodotto interrato di circa 40 km per collegare la nave alla rete nazionale di distribuzione del gas vale 250-300 milioni di euro di investimento e i costi operativi sono di decine di milioni di euro all’anno. Le cifre sono state presentate da Elio Ruggeri, amministratore unico della società del gruppo Snam che ha acquistato i due impianti galleggianti per l’installazione a Ravenna e a Piombino. Il dirigente ha presentato il progetto oggi, 15 luglio, nella seduta congiunta delle commissioni Economia e Ambiente del consiglio regionale dell’Emilia-Romagna. In mattinata si era già tenuta a Bologna la riunione del Patto per il Lavoro e per il Clima – siglato da tutte le rappresentanze istituzionali, economiche e sociali della regione – sul tema emergenza gas e incremento della capacità di rigassificazione italiana. Da quell’incontro erano emersi altri dettagli tecnici del progetto.
Ruggeri ha esordito affermando che «dobbiamo fare a meno di 30 miliardi di metri cubi di gas dalla Russia, cioè del 40 percento di ciò che consumiamo in Italia, e ci prepariamo a diversificare nel tempo le fonti di approvvigionamento». Il ministero per la Transizione ecologica ha chiesto a Snam di intervenire in tempi rapidi per avere nuove opportunità di importazione di gas: «Gli impianti rigassificatori sono la strada più veloce. Serve una nave, che già funziona come terminale, ormeggiarla e collegarla al gasdotto. Il mercato delle navi da rigassificazione è esploso a febbraio. Molte navi sono state accaparrate da Germania, Olanda e Paesi baltici, ma Snam ne ha acquistate due tra le migliori, una per il progetto di Piombino e una per quello di Ravenna». L’amministratore ha detto che sono già state chieste le autorizzazioni a Piombino e Ravenna, complete di valutazioni ambientali, rischi, sicurezza, emissioni in aria e acqua.
La Bw Singapore, nome della nave per Ravenna, «è full optional, di ultima generazione, nasce come impianto di rigassificazione e ha tutte le apparecchiature per contenere l’impatto ambientale e garantire la sicurezza. È lunga 300 metri e fa solo una cosa: cambia lo stato del gas, da liquido (Gnl) a gassoso, riscaldandolo e utilizzando acqua di mare. Si tratta di una tecnologia consolidata e testata da tempo nei 200 impianti esistenti nel mondo».
Dalla piattaforma Petra, in mare, partirà un gasdotto offshore interrato: «Arriverà alla linea di costa con una perforazione orizzontale (il tubo passa sotto terra per 10-15 metri, ndr), poi attraversa la pineta, gira intorno alla città e si collega al nodo di Ravenna che alimenta la rete nazionale. È un progetto semplice. L’avvio delle attività commerciali è atteso dal terzo trimestre del 2024».