La caccia all’uomo è finita dopo cinque mesi. A Ravenna la polizia ha arrestato un 37enne perché sospettato di essere il ladro seriale che da febbraio a luglio 2022 ha scassinato decine di esercizi commerciali della città e zone limitrofe. Anche più colpi nella stessa notte e più volte nella stessa settimana per rubare soprattutto i fondi cassa e qualche prodotto a disposizione come generi alimentari e strumenti tecnologici. Bar, ristoranti, stabilimenti balneari, negozi di informatica: il bottino poteva partire da poche centinaia di euro e arrivare a qualche migliaio.
L’arresto è avvenuto la sera del 25 luglio scorso a San Michele: l’indagato è stato fermato mentre stava raggiungendo a piedi l’abitazione di una conoscente (al momento non ci sono altre persone iscritte nel registro degli indagati ma gli accertamenti proseguono). In manette Alex Matos, un cittadino di origine dominicana con cittadinanza italiana residente in città da vent’anni ma senza fissa dimora e senza occupazioni stabili. Numerosi precedenti per reati contro il patrimonio commessi sin dalla gioventù: a metà 2021 era uscito dal carcere dove aveva scontato quasi sette anni di reclusione per un cumulo di pene.
Per arrivare a dare un’identità all’uomo che era diventato l’incubo dei commercianti, gli agenti della sezione antirapine della squadra mobile sono partiti dalla visione dei video delle telecamere di sicurezza pubbliche e private per 55 furti tra febbraio e inizio maggio (a questo link il video di alcuni colpi): l’ipotesi investigativa è che siano tutti riconducibili a Matos ma al momento sono 12 quelli contestati nei capi d’imputazione nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere (per questi 12 la cifra rubata in contanti è di circa 12mila euro).
I filmati hanno permesso di capire che era sempre lo stesso uomo ad agire, contraddistinto da alcune caratteristiche ricorrenti: l’andatura, l’abbigliamento, il modus operandi. Gli inquirenti si sono resi conto che il ladro si muoveva esclusivamente a piedi, percorrendo anche lunghe distanze. Il dettaglio ha fatto restringere le ricerche tra la criminalità locale: i poliziotti sono riusciti a estrapolare un fotogramma in cui era visibile il taglio degli occhi e lo hanno messo a confronto con le foto segnaletiche di soggetti noti alle cronache. Un aiuto importante è arrivato anche dal setaccio dei social network. Nel video del matrimonio di fine 2021 del 37enne si nota un’andatura caratterizzata dalla posizione dei piedi divaricati già vista nei filmati nei negozi svaligiati. Ma l’elemento definitivo è stato un ciondolo a forma di croce sequestrato in uno dei nascondigli: lo si vede spuntare da sotto al passamontagna in un filmato delle telecamere e il 37enne lo indossava lo scorso novembre in una foto segnaletica e in una foto profilo su Facebook.
I filmati ripresi dalle telecamere di sorveglianza mostrano le doti dell’uomo in azione. Con un piede di porco riusciva a forzare porte o finestre e poi l’azione variava a seconda dello scenario: se scattava l’allarme si prendeva 10-20 secondi per afferrare il registratore di cassa e fuggire, se la scena era libera poteva restare nell’esercizio anche 10-15 minuti per setacciarlo con attenzione.

A rendere complessa l’individuazione di un sospetto hanno contribuito alcune accortezze adottate dal presunto malvivente: a gennaio si è sbarazzato del telefonino rendendo impossibili le intercettazioni, faceva sopralluoghi in corso d’opera visionando i locali dalle vetrine, non si tratteneva mai nello stesso nascondiglio per più del tempo necessario a razziare una certa zona, di giorno non si muoveva per evitare di incappare in controlli del territorio, di notte al minimo avvicinarsi di un possibile rischio mollava tutto e correva a nascondersi. Un esempio: in occasione di un tentativo di scasso di un bar si è accorto dell’avvicinarsi di un’auto ed è fuggito lasciando il piede di porco nella porta, una ventina di minuti più tardi è tornato sul posto a finire il lavoro. Non solo: in molti casi l’avvenuto furto emergeva soltanto all’indomani quando i negozianti aprivano la serranda o trovavano una finestra insolitamente aperta, rendendo più complessa l’attività delle forze dell’ordine.