Il direttore generale dell’Ausl, Tiziano Carradori, ha spiegato in un’assemblea pubblica le ragioni della riduzione dei mezzi di soccorso avanzato: non più due tra Bassa Romagna e Romagna Faentina ma uno solo di base a Cotignola. Ecco i numeri degli interventi che motivano la decisione
L’incontro al salone Estense della Rocca era già in programma da settimane perché era la puntata dedicata alla sanità nell’ambito di una serie di serate che compongono un percorso di partecipazione pubblica avviato dal Comune per esporre alla cittadinanza i progetti di rigenerazione urbana locale. L’entrata in vigore appena il giorno prima della nuova organizzazione delle cosiddette mike – nome in codice con cui si indica l’automed – ha fatto sì che quello fosse il tema più atteso e di grande richiamo. I relatori l’hanno tenuto per ultimo, al termine di quasi tre ore di proiezioni di slide – alcune incomprensibili per stessa ammissione di chi le proiettava – con numeri e termini tecnici a tratti forse più idonei a un convegno specialistico piuttosto che a una serata informativa.
Il dg Carradori ha avviato il suo intervento ribadendo per l’ennesima volta un problema già espresso più volte: non si trovano medici da assumere. Una criticità che non riguarda solo Lugo o solo la Romagna, ma l’Italia intera. «Si stima che da oggi al 2027 mancheranno 27mila medici». Il problema generale, se calato nel territorio, sviluppa uno scenario in cui il pronto soccorso e la medicina d’urgenza di Lugo hanno una percentuale di scopertura di posti medici del 45 percento. In termini assoluti significa che ci sono 11 professionisti operativi invece dei 16 che sarebbero previsti. A Ravenna sono 22 e ne mancano 13.
La domanda è inevitabile: come può essere vero se si passa da due a un’auto? Lo spiega Maurizio Menarini, direttore del 118. «Partiamo da una premessa: la differenza per la qualità del soccorso la fa il tempo di arrivo del primo mezzo e in Romagna, a differenza di quello che accade altrove, le ambulanze hanno tutte un infermiere a bordo e quindi una figura specializzata. In Romagna nel 75 percento delle richieste di intervento per codici rossi, il primo mezzo arriva entro 15 minuti dalla chiamata e le disposizioni regionali consentirebbero fino a 18 minuti». Altro dato significativo: «Le tre automed si sono trovate in servizi in contemporanea solo nello 0,6 percento del loro tempo». Infine un’ultima considerazione: «Ogni 100 interventi della mike, solo 55 sono effettuati con partenza in contemporanea all’ambulanza. Gli altri sono supporti richiesti successivamente».
E allora così Menarini spiega la nuova riorganizzazione che, assicura, non ridurrà la disponibilità dei medici per il 118: «Non terremo più le automed statiche in tre postazioni ma saranno gestite in modo dinamico, come già si fa in altri contesti. Vuol dire che se la mike da Cotignola viene assegnata a un codice rosso verso il Faentino, la mike di Ravenna si sposterà verso il Lughese per ridurre la distanza da coprire se dovesse insorgere una nuova richiesta. E non dimentichiamo che c’è l’elicottero a dare supporto. E quando non si può volare per il buio o il meteo, l’equipaggio viene messo su strada». E siccome il servizio è romagnolo, il supporto può arrivare da oltre i confini provinciali: «La mike di Cesenatico e quella di Forlì possono intervenire se necessario».