Solo due mezzi serviranno l’intera provincia. «Assicurato il necessario supporto. Meglio usare i medici per il pronto soccorso»

L’Ausl ha sospeso temporaneamente (a partire da giovedì 1 dicembre) l’operatività dell’auto medicalizzata dell’ospedale di Lugo, decidendo al contempo di ricollocare quella dell’ospedale di Faenza alla Casa della Salute di Cotignola. Un’altra automedica partirà invece da Ravenna e saranno così soltanto due quelle operative in provincia (con il compito di coprire anche una piccola parte del territorio forlivese, nei comuni di Modigliana e Tredozio).

Una riorganizzazione dovuta alla necessità di presidiare con più medici in particolare il pronto soccorso di Lugo, a fronte di una carenza cronica di organico.

Le auto medicalizzate sono infatti i mezzi del 118 con il medico a bordo, a differenza delle normali ambulanze con solo personale infermieristico.

Una decisione, quella dell’Ausl, contestata dall’opposizione del centrodestra sia in sede locale che regionale, con anche i sindaci del centrosinistra delle località coinvolte che si dicono preoccupati e in un appello chiedono all’Azienda sanitaria che la sospensione possa essere «la più breve possibile».

Nel frattempo è arrivata una nota di precisazioni da parte della stessa Ausl, che ha voluto in particolare rispondere alle accuse del sindacato regionale Snami.

In una nota firmata in maniera congiunta dai direttori dei Pronto Soccorso di tutta la Romagna e da Maurizio Menarini, direttore della centrale operativa del 118, l’Ausl ricorda innanzitutto come la distribuzione delle semplici ambulanze (con infermiere) sul territorio romagnolo consenta di assicurare «l’arrivo di un mezzo di soccorso avanzato ben al di sotto dei tempi richiesti dai livelli essenziali di assistenza per il sistema 118 a livello nazionale». Allo stesso tempo, il numero di automediche previste dal nuovo riassetto garantirebbe – assicurano dall’Ausl – «la medicalizzazione laddove necessaria, nei tempi consoni, in linea con le evidenze scientifiche» grazie alla «rete policentrica ospedaliera» della Romagna.

«Lo diciamo con forza – scrivono i direttori -: il sistema proposto con questa iniziale rimodulazione delle automediche che prevede una dinamicità dell’impiego delle risorse disponibili, assicura il necessario supporto medico alla rete delle ambulanze infermieristiche sul territorio. È da sottolineare che il numero delle auto mediche, considerando anche l’elisoccorso come mezzo medicalizzato, è in Ausl della Romagna superiore ad altre province della regione».

L’Ausl per far comprendere meglio la propria scelte rende poi noto il numero degli interventi delle automediche nel territorio lughese. Un numero che «non supera i 3 interventi al giorno per ognuna di esse, con un intervento medico ogni 8 ore in media, e spesso per interventi che non hanno caratteristiche di reale criticità clinica. Numeri che fanno pensare: i medici operanti in pronto soccorso sono oberati di casi, spesso di elevata complessità, mentre a pochi metri di distanza opera un medico che effettua un intervento ogni 8 ore in media, e soprattutto nelle ore notturne ha un numero di uscite non superiore a una per notte. È del tutto evidente che già questi dati basterebbero a rivedere il modello, rafforzando la struttura ospedaliera di pronto soccorso dove il paziente trova la definitiva soddisfazione del suo bisogno di salute. La criticità delle risorse mediche con fuoriuscite mensili di professionisti ha portato a scegliere di comune accordo fra direttori di dipartimento di emergenza, di pronto soccorso e della centrale operativa e la direzione generale, la riduzione delle automediche garantendo la presenza di professionisti medici nei pronto soccorso, in primis quello di Lugo, che attualmente mostra le più evidenti criticità, in termini di carenza medica».