Il liquidatore giudiziario della società Andromeda chiede di mantenere i sigilli per riavere la discoteca. Il nuovo titolare si oppone. L’istanza di fallimento è partita da una società francese per 50mila euro di champagne non pagato
In parallelo alla procedura di liquidazione si incastra la vicenda che il 3 marzo ha portato al sequestro giudiziario civile dell’immobile che ospita il locale in viale Romagna. L’apposizione dei sigilli è arrivata alla vigilia di quella che veniva reclamizzata come serata di apertura della stagione primaverile. Tutto annullato.
Il sequestro è l’effetto di un provvedimento d’urgenza richiesto dal commercialista Claudio Colatorti di Ravenna, curatore della procedura di liquidazione di Andromeda. In poche parole è il professionista incaricato dal tribunale per individuare le soluzioni più efficaci per garantire il maggior pagamento dei debiti.
A marzo 2022 il controllo del Pineta passò dalla Andromeda di Cervia alla Hdp22 di Milano, ma i mancati pagamenti dell’affitto da parte della società lombarda (140mila euro di arretrati a fronte di un canone annuale di 350mila) hanno portato i proprietari dell’immobile – una terza società slegata dalle altre due – a chiedere lo sfratto esecutivo. Per il 6 marzo era fissata l’udienza e in caso di accoglimento della richiesta il Pineta non avrebbe più avuto un locale dove esercitare l’attività.
La curatela ha agito con la richiesta di restituzione del Pineta da Hdp22 e il tribunale ha stabilito il sequestro. Il 6 marzo il giudice dell’istanza di sfratto ha rinviato tutto a fine mese, quando la vicenda del sequestro avrà già avuto una sua definizione.
Il ricorso promosso da Colatorti nasce anche da alcune perplessità nell’operazione tra Andromeda e Hdp22. Entrambe sono riconducibili in maniera diretta o schermata alla stessa persona, il 42enne Marco Amadori di Arezzo. Una sorta di vendita a se stesso che avrebbe lasciato Andromeda con i debiti in mano ma priva del suo principale asset.
Il curatore di Andromeda chiede di riavere la discoteca nella disponibilità della società per trovare un gestore a cui affittare l’azienda in cambio di un canone con cui pagare i creditori e anche il canone di affitto per l’immobile. La Hdp22 lamenta un danno dal sequestro per l’impossibilità di portare avanti l’attività aziendale. La decisione spetta al giudice si è riservato prendendosi tempo per esaminare il caso e decidere.